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Lettera degli editori indipendenti alla Fondazione per il libro, la musica e la cultura

20 luglio 2016

Spettabile Fondazione,

abbiamo appreso con sollievo in questi giorni la forte determinazione di Regione Piemonte, Comune di Torino, Mibact, Miur e Intesa Sanpaolo a proseguire nell’esperienza del Salone del libro.
La fiera torinese è a tutti gli effetti un patrimonio culturale italiano, percepita sempre più anche dagli operatori editoriali stranieri come momento significativo di incontro, confronto e lavoro comune.
Nonostante le problematiche ai vertici della gestione negli ultimi due anni, i dati di presenza di pubblico, di editori, di operatori esteri delle ultime edizioni ci parlano di successo e soddisfazione.
Ci preme sottolineare alcuni aspetti particolarmente importanti per il nostro lavoro editoriale che il Salone ha curato in maniera mirabile: pari dignità e opportunità alle piccole case editrici come alle medie e alle grandi.
Si tratta di un atteggiamento fondamentale e degno della massima attenzione, non scontato: ogni anno la Fondazione che gestisce il progetto culturale e organizzativo del Salone incontra più volte gli editori interessati, in vista della stesura del programma per cogliere desideri, idee e collaborare su proposte culturali.
Si aggiunga lo spazio Incubatore dedicato alle case editrici appena nate, provenienti da ogni parte d’Italia, che hanno l’opportunità di presentare i loro progetti e di confrontarsi con gli editori di maggiore esperienza.
In questo senso, il Salone del libro di Torino è una delle rare realtà italiane in cui funziona la consultazione dal basso, la partecipazione allargata, l’accoglimento delle istanze di tutti.
Il timore maggiore di uno spostamento in altra città della manifestazione sta proprio nel rischio di perdere questo patrimonio di buone pratiche.
Un altro aspetto su cui ci interessa porre l’accento è l’occasione che il Salone rappresenta per gli editori italiani di incontrare gli operatori esteri del settore: l’International book forum, forse poco noto al grande pubblico, è di vitale importanza per il benessere dell’editoria italiana, specie della piccola editoria che ha poche risorse per partecipare alle fiere estere e quindi poche occasioni di confronto.
Senza minimizzare i problemi emersi in ordine ai rapporti con la società di gestione del Lingotto, il nostro auspicio è che vengano affrontati con decisione senza che ciò significhi rinunciare alle competenze di chi ha lavorato molto bene.
Non vediamo le ragioni per non impegnarsi a migliorare e modificare gli aspetti che non hanno funzionato in un’esperienza di successo per il mondo editoriale italiano.

Con questa breve riflessione esprimiamo piena fiducia agli operatori del Salone del libro di Torino.

I migliori auguri di buon lavoro

Francesca Mancini, Paolo Benini, add editore
Marco Cassini, SUR
Gaspare Bona, Instar Libri
Sandro Ferri e Sandra Ozzola, Edizioni E/O
Elido Fazi, Fazi Editore
Ada Carpi e Andrea Palombi, Nutrimenti
Antonio e Olivia Sellerio, Sellerio
Pietro Biancardi, Iperborea
Daniela Di Sora, Voland
Maurizio Gatti, O barra O edizioni
Pietro Del Vecchio, Del Vecchio Editore