Franzisk è un sedicenne che abita a Minsk in casa della nonna, il padre lo ha abbandonato quando era piccolissimo e la madre è una presenza altalenante e marginale nella sua vita. La nonna, che fa la traduttrice, vuole che si diplomi in violoncello all’Accademia di Musica, così da entrare nell’ambita Orchestra del presidente. Il nipote, però, per quanto sia una mente brillante, non ha molta voglia di studiare, preferisce giocare con gli amici e incontrare la fidanzatina Nastja, e proprio un pomeriggio, mentre l’attende all’uscita dalla metro per andare a un concerto rock, viene travolto dalla folla che come impazzita cerca riparo da un improvviso temporale nel sottopassaggio, schiacciando le persone che si trovavano all’interno. Franzisk scampa miracolosamente alla morte, ma resterà in coma per dieci anni fino a un miracoloso risveglio...
Come esplicitato nell’introduzione dall’autore, “questo libro è un tentativo di analizzare perché un giorno il mio Paese è caduto in un sonno letargico da cui a quanto pare non ha intenzione di destarsi. Questo libro è (almeno spero) una spiegazione del perché la Bielorussia nel 2020 non ha avuto più intenzione di dormire e si è svegliata dal suo coma. Questo libro è un tentativo di capire perché siamo diventati ex figli e figlie della nostra patria, ed ex figlie e figlie dei nostri genitori. Questo libro è di fondo un’enciclopedia di cause, un dizionario di motivi per cui i bielorussi lasciano le proprie case”. Un libro che è oggetto di censura in patria, escluso dalle biblioteche e acquistabile solo sottobanco.
Saša Filipenko
Saša Filipenko, nato a Minsk nel 1984, è un autore bielorusso che scrive in russo. Dopo una formazione in musica classica, ha studiato letteratura a San Pietroburgo per poi lavorare come giornalista, sceneggiatore, autore di un programma satirico e presentatore tv. È appassionato di calcio. Da quando nel 2020 ha lasciato la Russia ha vissuto in diverse città europee. Nel 2021 le Edizioni E/O hanno pubblicato Croci rosse.