Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Valerie Perrin, Cambiare l’acqua ai fiori

Autore: Cristina Di Maggio
Testata: Metropolitan magazine
Data: 3 agosto 2020
URL: https://metropolitanmagazine.it/valerie-perrin/

Cambiare l’acqua ai fiori (edizioni E/O) di Valerie Perrin, è uno di quei libri che rimane saldamente ancorato alla classifica dei più letti grazie al passaparola. È uno di quei libri di cui vorremmo riuscire a scrivere quasi sottovoce, con la stessa delicatezza con cui tutti i personaggi, tutti i sentimenti, sono descritti. Con la sensibilità con cui le vite, le scelte, sono raccontate: senza giudizio, condanna, assoluzione. Cambiare l’acqua ai fiori è un libro di cui si scrive piano, quasi per non disturbare i morti che riposano in quel cimitero della Borgogna accudito come si fa con un giardino; un giardino pieno di vita che è stata e continua a essere: perché la sepoltura più bella è la memoria degli uomini.

La storia

Tutta la storia ruota intorno alla difficile vita della guardiana di cimitero Violette Toussaint. Abbandonata alla nascita, passa da una famiglia affidataria all’altra, fino a quando, non ancora maggiorenne, fugge, per poi rimanere incastrata nella vita disordinata, torbida, di un ragazzo viziato, che diventerà prima il padre di sua figlia, e poi suo marito. Da guardiana di passaggio a livello, diventerà guardiana di un piccolo cimitero di una città della Borgogna. Li, si prenderà cura dei morti e dei vivi,”sono guardiana di cimitero bevo solo lacrime”; di quella casa e di quell’orto che l’hanno guarita. Accoglierà in una vita già segnata dal dolore, il racconto dei dolori, dei sentimenti, dei rimpianti, dei rimorsi, di tutti quelli che varcheranno la porta della sua casa.

Violette ha come due case: il piano di sotto dedicato agli amici, tutti lavoranti nel regno dei morti, e ai visitatori, e il piano di sopra, solo per lei; fatto di profumi, colori, candele, di quella luce che sopravvive alla morte. Violette ha due armadi, uno che chiama inverno, fatto di vestiti scuri per i funerali e il lutto, e l’altro che chiama estate; fatto di colori allegri che indossa di nascosto. Colori di speranza, di rinascita, di quella serenità trovata nella rassegnazione. Violette ha due vite, quella prima di Leonine, la figlia, e quella dopo; dopo la sua perdita e la scomparsa di quel marito cosi incapace di tutto. Sarà quando alla sua porta busserà un commissario di polizia con una richiesta insolita, che saltando fra presente e passato, verremo a capo di una storia struggente. Sarà saltando fra presente e passato che non potremo fare a meno di sorridere, piangere, sospirare.

La vita non è che una lunga perdita di tutto ciò che si ama Non esistono persone fra quelle che incontriamo, fra quelle con cui ci relazioniamo, che non vivano o non abbiano vissuto il dolore del lutto e della perdita. Aldilà dell’attraversarlo in maniera diversa, il dolore ci accomuna, il meccanismo del ricordare ci lega tutti a doppia mandata. I ricordi sono vicoli ciechi che rivanghiamo in continuazione, scrive la scrittrice, e in questo libro i morti vivono in tutto: nei ricordi, nei fiori, nei profumi, nelle canzoni, persino nei gatti e nei cani. E rivivono, rinascono, ci tornano vicino. L’amore e il rispetto anche per gli animali traspare in tutte le pagine del libro; amore per tutta la vita che la natura ci regala, compreso l’orto che Violette coltiva con dedizione e di cui ama i frutti. La vita non finisce mai, è una staffetta dove ognuno passa il testimone a qualcun altro, e anche l’amore non finisce mai.

Nel tempo che collega cielo e terra si nasconde il segreto più bello

Ed è cosi che ci sembra Cambiare l’acqua ai fiori, un libro bellissimo, indimenticabile,che contiene un pizzico di quel segreto. Un racconto reale, eppure quasi impalpabile, come qualcosa fra cielo e terra. Uno di quei rari libri che si rileggono per non perderli mai.

Come Violette Toussaint anche Valerie Perrin ha avuto due vite, un prima e una dopo Claude Lelouch, senza che questo intacchi la visione che abbiamo di quel talento che era “costretta” a tenere chiuso nel cassetto. Per quindici anni, racconta, ha tenuto sotto chiave il suo primo romanzo ( Il quaderno dell’amore perduto), uscito anche questo nella sua seconda vita, quella che il regista le ha regalato. Da allora, dopo aver fatto svariati lavori nella prima vita, è stata al fianco di Lelouch come sceneggiatrice e scenografa. E oggi arriva al grande pubblico come scrittrice di grande sensibilità e maestria. Cambiare l’acqua ai fiori, uscito in Francia nel 2018 ha vinto numerosi importanti premi, pur non avendo avuto quel successo nelle vendite arrivato solo pochi mesi fa.