Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Valérie Perrin, “Cambiare l’acqua ai fiori” ed. 2018

Testata: Leggere a lume di candela
Data: 5 ottobre 2020
URL: https://leggerealumedicandela.blogspot.com/2020/10/valerie-perrin-cambiare-lacqua-ai-fiori.html

Un cimitero in Borgogna. Una protagonista, custode del cimitero, che ha il nome di un fiore, Violette, e mai nome potrebbe essere più adeguato per lei che imparerà ad amare i fiori, a coltivarli, a trovare in loro, nella loro perenne rinascita, una consolazione e nei loro colori e profumi una fonte di quieta gioia.

Violette Trenet, sì, proprio come il cantante, è stata abbandonata dalla madre alla nascita ed è cresciuta in famiglie affidatarie. Si era innamorata giovanissima, quando lavorava in un bar, di Philippe Toussaint, dei suoi riccioli biondi, del suo fare da seduttore. Erano andati a vivere insieme, nonostante l'opposizione e il disprezzo dei genitori di lui. Era nata una bambina, Léonine. A questo punto Violette si era già resa conto dell'errore fatto a sposare Philippe, un perdigiorno e un donnaiolo. Avevano trovato lavoro come guardiani di un passaggio a livello, ma era Violette che puntava la sveglia per alzarsi e andare ad azionarlo. C’era la bambina, però, c'erano i nuovi interessi che Violette si era creata- aveva imparato faticosamente a leggere. Il romanzo “Le regole della casa del sidro”, di John Irving, è il libro che Violette legge e rilegge- una sorta di filo conduttore del romanzo che compare anche tra le letture di un altro personaggio. Forse Violette si identifica con Homer, l'orfano protagonista del libro di Irving.

Poi la tragedia entra nella vita di Violette, seguita dal nuovo lavoro come custode del cimitero e dalla scomparsa del marito di cui Violette, tuttavia, non riesce a dispiacersi.

Valérie Perrin è un’abile narratrice. Perché quella di Violette non è l'unica storia d'amore nel romanzo. L'amore ha molte facce e tutte diverse, e ci sono maniere diverse di raccontarlo e riviverlo. Se la storia di Violette inizia da quando è già guardiana del cimitero per poi andare avanti e indietro nel tempo (è bello osservare i cambiamenti nel carattere e nei comportamenti dei personaggi), a questa vicenda principale se ne intrecciano altre due, una dettata dal caso- l'incontro fortuito di Violette con Julien Seul (quanti nomi significativi nel romanzo della Perrin) che arriva al cimitero con una richiesta insolita: l'ultimo desiderio di sua madre era che le sue ceneri fossero deposte accanto alla tomba di un noto avvocato, del tutto sconosciuto a Julien, sepolto nel ‘cimitero di Violette’.

Mentre capiamo che Julien Seul non sarà più solo, leggiamo il diario di sua madre- romanzo dentro romanzo, storia di una trasgressione e di un grande amore.

La capacità affabulatrice di Valérie Perrin si rivela anche nella caratterizzazione dei tanti altri personaggi- il custode precedente del cimitero che aiuta Violette ad uscire dalla disperazione insegnandole a coltivare l'orto e il giardino, i necrofori, il sacerdote il cui rimpianto è non poter essere padre, l'amica di Violette che vive nel sud della Francia, i genitori e gli zii di Philippe (un'altra storia d'amore vede coinvolti Philippe e la zia), la piccola Léonine che la nonna-arpia insisteva a chiamare con un altro nome scelto da lei.

C’è tutto il vocabolario dell’amore in “Cambiare l’acqua ai fiori”. Amore-passione che si esaurisce come una fiammata, amore per un figlio che può consumarti come un incendio, amore gay, amore-affetto profondo tra amiche e poi amore per la natura- i fiori parlano, hanno un loro linguaggio che può consolare più delle parole di un innamorato.

C'è un intelligente mix di generi nel romanzo di Valérie Perrin- e forse la fortuna del libro sta proprio in questo. Il genere rosa si mescola con il genere verde e… sorpresa, con quello giallo del mystery. E il libro piacerà anche a chi rifugge dalle sdolcinature.

A me, poi, piacerebbe essere sepolta nel cimitero di Violette.