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Editoria, storia del cantoniere “Macadàm” di Paolo Teobaldi

Autore: Manuela Zucchini
Testata: Le Strade dell'Informazione
Data: 10 giugno 2013

Paolo Teobaldi racconta la vita privata di un cantoniere sulla Statale Adriatica e la storia d’Italia di cui l’asfalto è testimone.

Roma, 10 giugno 2013 - Selvino Gengoni, meglio noto con il nomignolo di Macadàm, è il protagonista del romanzo di Paolo Teobaldi. Professione, cantoniere, così come il padre. Lavora sulla Statale Adriatica, tra l’Emilia Romagna e le Marche, al km. 238,49. La rossa Casa Cantoniera dove vive è il suo mondo, dal quale non serve allontanarsi per viaggiare visto che tutte le Genti e la Storia gli passan davanti.
La sua vita privata si intreccia con quella del Paese, sulla strada transitano i cambiamenti delle varie epoche ed il recente progresso. Macadàm vive lì, felice con sua moglie Isolina. Come è nel corso della storia, anche nella loro vita si susseguono momenti di gioia e gravi disgrazie. Perdono un figlio, Renzino, che nasce morto ed il loro equilibrio viene turbato. Dal buio ricompare un raggio di luce quando incontrano un piccolo extracomunitario che arriva dal mare, lo ospitano come fosse un vero figlio. Torna la serenità.
Su questo scorcio di intimità familiare si poggiano le immagini dell’Italia e della provincia. Dai racconti del padre di Macadàm, che aveva visto gli eserciti marciare sulla Adriatica, alle macchine storiche della Mille Miglia ed i ciclisti in corsa nel Giro d’Italia. La Statale è testimone della storia e del progresso, gli occhi del cantoniere vedono ora i nuovi mezzi di trasporto, tecnologie e macchinari moderni, turbine e travi per costruire i viadotti dell’Autostrada. Le auto diventano sempre di più, sempre più grandi e di pregio. Il trasporto di barche verso i porti del Mar Adriatico è sempre più frequente.
C’è un’Italia in movimento, che cresce e cambia, nella pagine di questo romanzo e c’è una professione che per Macadàm è la più bella del mondo. Il cantoniere è un po’ muratore, un po’ contadino, geometra e potatore. Il protagonista si innamora del suo mestiere e della tecnica di lavorazione. Proprio di quel “macadam” da cui prende il nome, un tipo di pavimentazione stradale costituita da pietrisco e materiale collante compresso con bitume o catrame, ideata dall'ingegnere scozzese John Loudon McAdam nel 1820.
E’ l’asfalto “bello nero poroso, che respirava; che quando attaccava a piovere, prima che i tombini si intoppassero, sapeva di buono come Isolina quando si lavava i capelli o friggeva le castagnole, un buon odore di catrame bagnato, meglio della terra smossa”.
Paolo Teobaldi è nato nel 1947 a Pesaro, dove vive. Ha lavorato come traduttore, copywriter e insegnante di Italiano. Attualmente collabora con l’Università di Urbino per un “laboratorio di scrittura creativa”. Come narratore ha pubblicato Scala di Giocca (Edes, 1984) e per le edizioni e/o Finte. Tredici modi di sopravvivere ai morti (1995), La discarica (1998), Il padre dei nomi (2002), La badante (2004, finalista al Premio Strega), Il mio manicomio (2007). I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo e greco.
Paolo Teobaldi, Macadàm, 188 pp.; e/o, Roma 2013; 18,00 €