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“Contro Amazon. Diciassette storie in difesa delle librerie, delle biblioteche e della lettura”

Autore: Tiberio Crivellaro
Testata: Altro giornale Marche
Data: 13 novembre 2020
URL: https://www.altrogiornalemarche.it/2020/11/contro-amazon-diciassette-storie-in-difesa-delle-librerie-delle-biblioteche-e-della-lettura/

Parto. Mi precipito. Aspettavo il “la” da qualcuno per scagliarmi. Contro chi? “Contro Amazon. Diciassette storie in difesa delle librerie, delle biblioteche e della lettura” (E/O Edizioni, agosto 2020) di Jorge Carrión. Nel 2017, nacque un manifesto che ben descrisse sette ragioni per difendersi dalla peggiore multinazionale, che a tutt’oggi, spara contro, bombarda librerie e biblioteche, mette in resa senza condizioni case editrici, piccole e medie attività produttive, negozi, artigiani, ristoranti, bar, birrerie, pizzerie aziende di abbigliamento. Contro Amazon, pubblicato inizialmente “on line”.

Furono poi stampati centinaia di poster e inviati a tutte le librerie spagnole. Successivamente, a grande richiesta, fu tradotto nelle varie lingue e distribuito nelle librerie di tutto il mondo. Va fatta una sintesi di queste “sette ragioni” per capire con quale micidiale nemico si ha a che fare. I) “ Perché non voglio essere complice di una espropriazione simbolica”.

Simbolica? No, di fatto. II) “perché tutti siamo cyborg ma non robot” (Tutti dipendiamo da qualche “protesi”, possediamo cellulari e PC. Dipendiamo, ma non per questo dobbiamo obbedire ciecamente agli “avatar”). Non sapete che roba sono? Informatevi. III) “Perché rifiuto l’ipocrisia” (Se il nemico ci propugna, in maniera ignobile, l’amore perverso verso i bimbi, le peggiori ideologie naziste, le molte atre nefandezze.

Amazon se ne frega anche della censura che più protegge; si propaga come un cancro, calpesta qualsiasi etica e morale. Se queste cose le accettiamo come un “dono” siamo ipocriti pericolosi). IV) “Perché non voglio essere complice del neoliberismo” (Son complici tutti coloro che acquistano prodotti dalla peggior pirateria via “rete”, non sapendo che lasciano ogni dato personale – e la legge che dovrebbe proteggere la riservatezza?

Questi rubano tutto, vendono i nostri dati personali quale merce di scambio con altre multinazionali, siamo oggetto di furto, le nostre impronte digitali sono a loro disposizione.

Siamo carne da macello, siamo fottuti dagli algoritmi di cui ci serviamo, inconsapevoli d’esser in procinto di schiavitù fisica e mentale. Siamo dipendenti da fasulli desideri – Tutto e subito distrugge il desiderio). Non ci credete? State davanti allo specchio e domandatevi dove sono andati a finire quei momenti più o meno brevi di attesa, sale e pepe del desiderio. V) “Perché non voglio che mi spiino mentre leggo” (Difficile a crederci, eppure diamo ad Amazon il potere di spiare le nostre molteplici “operazioni in rete”, quotidiane. Potere di condizionare le Borse mondiali e, di arricchire i ricchi, speculando in modo chirurgico, mirato, a rovinare altri dipendenti al “gioco sporco”). VI) “Perché sostengo la lentezza accelerata, la vicinanza relativa” (Basti riflettere sugli algoritmi, lo ripeto, di cui si è vittime inconsapevoli). VII) “Perché non sono ingenuo” (Non esserlo significa pensare con la propria testa, lontani bai bombardamenti pubblicitari e da quelli propinati dai “social”, leggendo libri che scegliereste personalmente in libreria, non quelli imposti a prezzi stracciati facendovi credere di esser affaristi nati.

Questi libri, dalla rete, assurdamente scontati, e che neppure vi interessano realmente andranno a soggiornare negli angoli più remoti di casa vostra o, a ingrassar finte librerie Ikea, belle da vedersi, ma praticamente inutili se non per “arredi da falsi benestanti”.

E intanto, così ci siete cascati…mazziati e pure contenti. E, a questo punto, qualcuno sarebbe tentato di chiedermi: “Eh, vabbé, intanto non ci “spii” il contenuto vero, neppure nomini i diciassette racconti che fanno il libro”, Pazientemente rispondo ai soliti curiosi (che preferisco, in quanto attenti): “Stare a riassumervi tal bagaglio fatto di narrazioni, punto di librerie da Seul fino a quelle dei cinque continenti, significa mettermi pericolosamente contro gli spazi del Giornale, quello vostro, per l’appunto, che mi ha perdonato sette volte sette, tante galoppate. Su, via, che una dritta ve la do: son luoghi di denuncia del “criminal magistri” di cui sopra vi ho scritto. E vi informo di denunce in tal senso quali Alberto Manguel e Luigi Amara, porta voci di Librerie e biblioteche che neppure immaginate la grandezza.

Per chiudere la sicumera, Jorge Carrión che persege lo impronte de on Dante ispanico ne le “meraviglie” di color che han scelto la arte de la lettura ivera, e, narrar cotanto a riassumer non posso per non coprir tanta la “terza”. Qui val il “librarsi” contra lo virus. L’anti suo è fotter l’Amazon se cara v’è la vostra cervice e pelle. Anche lo peggior nemico, scovato sbanda e mostra lo fianco. Sparate dunque le vostre “salve” con o senza re o regine. Tante rivoluzioni insegnano, miei cari. Parola di…