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Dieci anni dopo una trappola per Pellegrini

Autore: Sergio Pent
Testata: La Stampa - Tuttolibri
Data: 11 giugno 2011

Non è una bella cosa l'attrazione nei confronti di un personaggio negativo. Ma ciò che il lettore prova, ritrovando in Alla fine di un giorno noioso la figura perfida e senz'anima di Giorgio Pellegrini (Arrivederci amore, ciao) è una sensazione di delirio da lettura senza freni, diabolica e contemporanea, in cui affondare con il beneplacito di un'altra appartenenza, morale e sociale. Pellegrini è il perfetto, asettico emblema di un opportunismo che non conosce valori o sentimenti, che cerca di restare in piedi ad ogni costo e in ogni circostanza, sfruttando il prossimo - o annientandolo - pur di concedersi tutto il concedibile da una vita fatta di sesso, soldi e violenza. Un antieroe che cresce di statura - se possibile - in questa storia selvaggia, che ce lo presenta proprietario di un vivace locale alla moda della provincia veneta: sposato con Martina - che domina e ammansisce con le sue perfide torture - trafficone e procacciatore di escorta, Pellegrini si ritrova - dieci anni dopo la storia precedente - messo al palo dall'onorevole Brianese, suo ex-avvocato e alleato in affati. Quando la trappola scatta, Giorgio è lesto a liberarsi e a sfruttare le sue doti di predatore. Il resto è un limpido delirio di volenza assai poco fantastica. Un Carlotto superbamente impietoso.