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Tu non sei come le altre madri

Autore: Marika Piscitelli
Testata: i-Libri
Data: 4 agosto 2011

“Quando ho conosciuto Else, mia madre, i suoi capelli erano color bronzo e forti come una criniera. Dava l’impressione di essere sempre spettinata, anche appena uscita dal parrucchiere. I suoi riccioli corti e folti non si lasciavano domare. E non erano l’unica cosa a non lasciarsi domare in lei”.

A raccontare la lunga storia di Else Kirshner è Angelika, l’ultima nata, che con lei ha avuto un rapporto burrascoso e contraddittorio, prima esclusivo, quasi morboso, e poi freddo e distaccato.

Else nasce il 30 giugno 1893 a Berlino, da genitori ebrei.

“Fin dalla più tenera età viene avviata a un matrimonio agiato, in cui non può né deve essere altro che moglie e madre”, ma quel modo di vivere le sta subito stretto: è ribelle, curiosa e, soprattutto, vuole sentirsi libera…

Ha diciannove anni quando conosce Fritz, “il più grande amore e il peggior partito della sua vita”, “un ragazzo dispersivo, affascinante, acuto e colto”. I due si innamorano sullo sfondo di una Berlino vivace, veloce ed eccitante, vivendo una relazione turbolenta ed ostacolata da un dato di fatto che proprio non si può cambiare: Fritz non è ebreo.

Ma, in fondo, “… cosa serve per vivere insieme? Un letto, un tavolo, due sedie e tanto amore”.

Else decide di sposare Fritz, affrontando la vergogna del clan dei Kirshner, e due mesi dopo le nozze si accorge di essere incinta.

Per un periodo le cose sembrano funzionare ma, pur apprezzando la vita accanto a una moglie adorabile e ad un figlio splendido, Fritz resta “un uomo perennemente in cerca, uno spirito inquieto, spesso tormentato, con il costante bisogno di libertà, stimoli e sollecitazioni che difficilmente una vita domestica poteva dargli”.

Ad Else, quindi, sembrano rimanere due sole alternative, separarsi dal marito o rassegnarsi tristemente alle sue infedeltà, ma lei riesce ad inventarne una terza: si ritaglia una golosa fetta di vita tutta per sé, fatta di vino, musica a trasgressioni. E qui, a mio parere, inizia la parte più interessante del libro.

Nella bella villa di Dahlem vivono ora Else e Fritz e, in più, i loro amanti, Enie ed Hans, da cui Else ha la sua seconda figlia, Bettina.

A rompere il nuovo equilibrio, tanto complesso quanto delicato, interviene un terzo uomo, Erich, che sarà il padre di Angelika e che sposerà Else nel 1930. Tre anni dopo, Hitler sale al potere… Assistiamo così alla tragica trasformazione della Germania, con il nazismo e le sue leggi razziali, una realtà che Else cerca di negare a se stessa e di nascondere ai propri figli, finché non sarà costretta a rifugiarsi esule in Bulgaria.

Un memoir commovente, intriso di storia e ricco di analisi introspettive, con una protagonista eccezionale, profondamente umana e sincera.

“Mi sono chiesta molte volte quale fosse il segreto del suo fascino e l’ho chiesto alle persone che la frequentavano. Nessuno, però, me compresa, ha saputo dirlo con certezza. D’accordo, aveva un bel viso, era intelligente, spiritosa, traboccava d’amore, energia e generosità. Non sapeva cosa fossero le convenzioni, il tornaconto, l’arroganza. Ma non era solo questo”.