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L'incidente di Laurence Cossé

Testata: Cuore d'inchiostro
Data: 28 settembre 2011

Arrivata alla fine, ho girato pagina con la convinzione che quella non fosse assolutamente l'ultima.
Quando mi sono ritrovata di fronte ad una pagina bianca seguita dalla nota sull'autrice, sono rimasta sbalordita.
Cercavo un epilogo, una conclusione migliore di quello stralcio di dialogo quasi anonimo.
Non poteva finire così! Laurence, non puoi tenermi legata, in ansia per tutte queste pagine e poi improvvisamente lavartene le mani, lasciando tutto al caso e alle statistiche... Che rabbia!
Dopo i primi attimi di furia (non omicida, non temete!), ho razionalizzato e iniziato a comprendere il perché di un finale del genere a quella storia.
Ho capito che in realtà il fulcro di ciò che accade nel romanzo non è certo l'epilogo (sebbene il lettore gradirebbe un chiarimento maggiore) ma è racchiuso in due aspetti:
- il cammino che la protagonista intraprende, quindi le sue scelte e decisioni di fronte ad un evento drammatico e di portata mondiale;
- l'esperimento letterario dell'autrice, a partire da un fatto di cronaca costruendoci sopra l'ipotetica reazione di una persona "normale" che vi si ritrova coinvolta suo malgrado.

Siamo a Parigi, la notte del 31 agosto 1997 (come recita il titolo originale), e sotto il tunnel del Pont de l'Alma la nostra protagonista, Louise che chiameremo Lou, è coinvolta in un incidente di notevole portata, con tamponamento a catena, slittamenti, auto uscite fuoristrada. Presa dal panico, Lou fugge via a bordo della sua Uno bianca, che nella collisione ha perso un fanalino e ha rigato la fiancata.
Lou è sconvolta, corre a casa, cercando di non svegliare il compagno Yvon, e meditando di far riparare l'auto prima che qualcuno si accorga di qualcosa, prima che qualcuno possa risalire a lei. L'indomani, con più calma, decide di andare alla polizia a spiegare l'accaduto quando alla radio capisce di aver fatto parte non di un semplice incidente, ma di qualcosa di portata mondiale: la sua auto è stata una delle cause della morte di Lady Diana.
E' da quel momento che nella vita di Lou tutto cambia.
Non riuscirà a confidare a nessuno il terribile segreto e vivrà il resto dei suoi giorni con l'ansia di essere scoperta, leggendo maniacalmente i quotidiani, documentandosi sui progressi delle indagini, meditando l'abbandono dell'auto nelle acque della Senna.
I giorni sereni appartengono al passato, il compagno inizia a dubitare di lei non riguardo all'incidente, di cui è totalmente ignaro, ma riguardo ai suoi sentimenti...
Lou vivrà su un altro pianeta finché qualcuno informato dei fatti non verrà a cercarla: non la polizia come temeva, ma qualcun altro, peggio della polizia...
Stoppo qui il resoconto per non togliervi il gusto di vivere come me ogni pagina con ansia, avvertendo sulla pelle la tensione e la paura di Lou, condividendo i suoi stati d'animo ma non le sue scelte.
La sua decisione di nascondere a chiunque il suo ruolo nell'incidente e subire le conseguenze di ciò che questo silenzio comporta è difficile, per il lettore, da mandare giù. Lo si può accettare fino ad un certo punto, ma poi si sentirà il bisogno di liberarsi di questo peso e della paura collegata ad esso.

Dal momento in cui ha scelto la fuga, Lou ha smarrito se stessa. Ogni sua azione non farà altro che allontanarla dalla sua componente umana, facendo prevalere in lei il solo istinto di conservazione. La sua diventa una guerra per la vita e la libertà, e se ciò implica la perdita di  altre vite per tutelare la sua, non potrà farne a meno.
Laurence Cossé è davvero abile nel descrivere il terrore di una donna che preferisce rinunciare a tutto ciò che ha: casa, lavoro, amore, identità e vivere nella paura costante di essere scoperta, piuttosto che accettare le conseguenze delle proprie azioni e pertanto rischiare il carcere. La sua è comunque una perdita, una non vita, ma non sembra rendersene conto.
Da queste pagine emerge un'interessante analisi della natura umana: come reagisce l'uomo di fronte ad un probabile disastro? Lo affronta a testa alta, accettando le seppur amare conseguenze, o lo evita, dando vita ad un disastro di portata maggiore?
L'essere umano fugge o resta?

Avevo già incontrato la Cossé ne La Libreria del buon romanzo: mi aveva incantata e avevo apprezzato le doti narrative dell'autrice. Qui ci troviamo di fronte a un altro genere di storia e narrazione, e non ho riconosciuto la stessa scrittrice che avevo amato precedentemente. Se non avessi saputo il nome dell'autore, non credo che avrei mai potuto associarla a questa storia.
Eppure la Cossé, qui così diversa, continua a stupirmi per la sua abilità di saper descrivere l'animo umano nelle sue paure e contraddizioni, e nel saper rendere il lettore protagonista della storia grazie alle sensaizoni, negative o positive, che la storia trasmette e fa sentire proprie. 
Non posso che confermare il mio apprezzamento per la Cossé, come scrittrice e come francese, due elementi che fusi insieme producono, per me lettrice, i romanzi più piacevoli degli ultimi anni.