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Il giornalista in fuga dalla Russia «Missili comprati con le mie tasse»

Autore: Francesco Musolino
Testata: Il Messaggero
Data: 25 marzo 2023

«I bambini deportati in Crimea sono un simbolo. Putin è un uomo del passato in lotta contro il futuro. Rapirli è un atto di stregoneria, una mossa estrema per provare a controllare l'avvenire». Lo afferma il giornalista e scrittore russo, Valerij Panjuskin, oggi ospite a Libri Come (ore 16 Sala Ospiti, dialogando con Giorgio Zanchini) presentando il suo nuovo reportage, L'ora del lupo (edizioni e/o). Un libro nato dal bisogno di alzare la voce, strappando il sipario della propaganda russa che ha diviso in due il Paese: «La generazione di mio padre non sopporta la diversità e crede fermamente nell'ideale sovietico. Gli ucraini sono diversi, quindi devono essere per forza nemici. E lo stesso vale per gli omosessuali, non c'è spazio per il dissenso». GLI INVASORI Valerij Panjuskin ha ascoltato e raccolto più di cento storie di profughi di guerra e dei tanti russi che hanno aiutato gli ucraini a scappare, «perché era necessario raccontare chi si oppone all'orrore della guerra. Pensi, la mia prima moglie è ucraina, anche la seconda. I miei migliori amici sono ucraini - afferma l'autore - ma di colpo, la vita che conoscevamo non c'era più e io ho dovuto fare i conti con l'essere russo, appartenente alla nazione che ha attaccato e invaso l'Ucraina». Il senso di colpa striscia fra le pagine e diventa sempre più opprimente, reso con dolore e bravura dal giornalista russo: «Io ho sempre pagato le tasse e un giorno, anche con i miei soldi, Putin ha comprato i missili e le bombe per distruggere l'Ucraina e seminare morte. Non potevo essere complice». E difatti, l'ultimo capitolo del suo libro racconta il giorno in cui Panjuskin ha attraversato la frontiera con la sua famiglia, diretto verso Riga «perché non posso vivere in un Paese in cui se si dice la verità si finisce in galera». IL FUTURO Certo, il mandato d'arresto internazionale emesso contro Vladimir Putin è «un segnale importante - continua il giornalista - e magari, la smetteremo di farci andare bene tutto perché il suo gas costa meno». E per quanto riguarda il futuro? «Questa guerra durerà un paio di anni ancora. Putin la perderà e poi sarà guerra civile fra l'esercito e le milizie private. Tutti vorranno un pezzo di Russia su cui comandare».