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Riscrivere il nostro passato

Autore: Stefano Massini
Testata: La Repubblica - Robinson
Data: 27 maggio 2023

(...) Nell'esordio romanzesco di Amedea Pennacchi, Molotov e bigodini (un plauso al titolo), l'autrice sceglie di demistificare la Contestazione in salsa italica, da cui ci separa oltre mezzo secolo. E non è un dettaglio marginale, che almeno a me è riemerso più volte nel corso della lettura. Intendo dire che il tempo assume sempre un ruolo determinante nella costruzione degli immaginari collettivi e nella loro inevitabile calcificazione in stereotipi, ragione per cui il film di Wolfgang Becker ironizzava causticamente su ferite non cicatrizzate, mentre la Pennacchi si trova a sbeffeggiare qualcosa che per molti potenziali lettori non è come per lei esperienza diretta, bensì cristallizzazione di testimonianza altrui. A sostenere l'impresa c'è però la lama tagliente di una penna intrepida, iconoclasta, che osa i bigodini sul crine di Mao e demolisce dall'interno liturgie e Pantheon della sinistra barricadera. Si ride e si sogghigna, davanti al flusso logorroico di questa autobiografia che gravita fra Il buonuomo Lenin di Curzio Malaparte e una Wendy di Lars Gustaffson con trascorsi in Lotta Continua, la cui risorsa consiste anche stavolta nell'azzardo di uno spostamento di prospettiva, cioè nel fatto che la protagonista è passata nel tempo allo schieramento opposto, si è imborghesita, è un'Erinni dei capitalisti, una spregevole padrona di quelle che un tempo infamava in piazza. Parabola imperdonabile? Per i lettori un'autentica manna, perché le conferisce quel tono disincantato, nitido, corrosivo, che in certi tratti estremi non spiacerebbe credo a Palahniuk.