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«Il Papa mi ha mandato a Gerusalemme E mi ha trasformato»

Autore: Eleonora Barbieri
Testata: Il Giornale
Data: 8 settembre 2023

La sfida di Gerusalemme (e/o, pagg. 158, euro 17), il nuovo libro di Eric-Emmanuel Schmitt, è il diario di un «Viaggio in Terra Santa» commissionato niente meno che da Papa Francesco. È un libro bellissimo. «Se vuoi parlare della vita spirituale devi essere onesto, devi dire tutto. Ecco, io ho osato essere sincero: mostrarmi sconvolto, insoddisfatto, ironico... O dire quando, invece, ho ricevuto molto, dal luogo e dal cielo». Drammaturgo, regista, scrittore, Eric-Emmanuel Schmitt è uno dei grandi nomi della letteratura francese contemporanea. Sarà in Italia per un tour che inizierà domenica 17 settembre a Pordenonelegge (con Lorenzo Fazzini, ore 19) e terminerà sabato 30 settembre a Torino spiritualità (ore 11,30). Per parlare di fede, in effetti, ci vuole sincerità. «Ero spaventato dalle reazioni in Francia: sa, è il Paese di Voltaire e Diderot... E invece sono rimasto sorpreso, e felice, per l'accoglienza calorosa». Del resto, lei stesso era ateo: era allievo di Derrida e ha studiato Diderot. «Sì, è vero, ero un ateo. E questo è il motivo per cui ho cercato di parlare sia agli atei, sia ai credenti». Che cosa è successo all'ateo Schmitt? «Per me la fede è un'esperienza. Era il 1989, nel Sahara: sono entrato nel deserto da ateo e, alla fine del viaggio, ero un credente. Mi sono perso nel deserto durante 32 ore in cui ero solo, isolato, senza nulla da bere e da mangiare, assolutamente in pericolo. E, anziché avere paura, ho passato la notte più bella della mia vita. Una notte mistica, che chiamo "la notte di fuoco": una espressione di Blaise Pascal, che è diventata anche il titolo di un mio libro». E dopo? «Dopo tutto è stato diverso, per sempre. Oggi, quando non capisco qualcosa, non accuso il mondo di essere limitato, bensì il mio cervello. La fede mi rende umile. La seconda grande esperienza di fede è stata a Gerusalemme». Grazie a una telefonata... «Sì, una telefonata di Lorenzo Fazzini, dal Vaticano: "Eric-Emmanuel, qui ci piacciono i tuoi libri, la tua fede e la tua libertà"... Per me è stato importante sentire quelle due parole pronunciate insieme: fede e libertà. Volevano mandarmi in Terra Santa, per tornare con un libro». Che esperienza è stata? «Gerusalemme è un luogo unico al mondo. È dove Dio, forse, ha parlato per la prima volta e ha detto all'uomo: ascoltami. È un luogo sacro per gli ebrei, per i cristiani, per i musulmani: una città tre volte benedetta e tre volte sacra. Il paradosso è che oggi sia un luogo di guerra, ovvero il contrario di ciò che è al cuore di ogni monoteismo. Le parole di Dio oggi sarebbero: ascoltatevi. Ho scoperto che ciascuno di noi dovrebbe andare lì, per ricordare che abbiamo la stessa origine: siamo membri della stessa Storia. È un luogo più umanistico che religioso». (...)