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Gerusalemme, dove ogni uomo è nato

Autore: Gianfranco Ravasi
Testata: Il Sole 24 Ore - Domenica
Data: 12 novembre 2023

(...) Ancora oggi il genere si ripropone sotto la penna di un noto scrittore francese, Éric-Emmanuel Schmitt, che alle spalle ha già un romanzo "evangelico" Il vangelo secondo Pilato e la narrazione di un'esperienza autobiografica mistica, La notte di fuoco , vissuta nel deserto dell'Hoggar nel Sahara algerino abitato dai tuareg. Tra costoro era vissuto ed era stato martirizzato quello straordinario testimone cristiano che è stato Charles de Foucauld, canonizzato nel 2022 da papa Francesco. Anche il santo aveva trovato in Nazaret una prima meta del suo itinerario interiore, ed è nel villaggio di Gesù che lo scrittore lo incrocia spiritualmente. Infatti il suo «viaggio in Terra Santa», così recita il sottotitolo del diario, è scandito da vari incontri, come quello con p. Henri, originario dell'isola francese di Réunion, nell'oceano Indiano, incrociato proprio a Nazaret e che diverrà la sua guida-compagno di viaggio. Certo, le tappe sono quelle classiche dei pellegrini, dalla Galilea alla Giudea, da Gerusalemme a Betlemme, da Cafarnao a Cesarea, e così via. Eppure i luoghi, le memorie bibliche (soprattutto cristiane), i monumenti - che si affacciano in queste pagine, evocati da pennellate narrative - sono trasfigurati perché, come per Sonnet, lo sguardo di Schmitt trafigge le superfici e le forme alla ricerca di un messaggio, anzi di una presenza. È quella di Gesù che percorre ancora le piste assolate, i vicoli cittadini ombreggiati, gli spazi silenziosi del deserto e il rumore frenetico delle piazze quotidiane. L'asserto teologico dell'Incarnazione riceve una dimostrazione calorosa e colorata passando dalla pagina sacra o dalla mente del fedele alla concretezza di un viaggio nel tempo e nello spazio. Anzi, in Gerusalemme, quando lo scrittore si inoltra sulla via Dolorosa, la narrazione diventa diafana e si trasforma in una sorprendente e inedita Via Crucis con le sue quattordici stazioni. Tanto altro scoprirà il lettore, soprattutto chi ha già vissuto l'esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa o, sogna, come il Salmista, di piantare finalmente i suoi piedi alle porte di Gerusalemme. È lo stesso papa Francesco a spingere quel lettore a seguire questa narrazione testimoniale, attraverso la lettera finale indirizzata al «caro Éric-Emmanuel, caro fratello» posta in appendice al libro.