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Ruanda: il germoglio di una famiglia dalla terra degli orrori

Autore: Rock Reynolds
Testata: Globalist
Data: 17 aprile 2024
URL: https://www.globalist.it/culture/2024/04/17/ruanda-il-germoglio-di-una-famiglia-dalla-terra-degli-orrori/

(...) La famiglia. Una storia ruandese (E/O, pagg 199, euro 18) di Pietro Veronese ci apre gli occhi e il cuore su uno dei momenti più tragici del secolo scorso e della storia dell’umanità: il genocidio dei Tutsi a opera degli Hutu. Lo fa attraverso le parole (da lui stesso raccolte) di un gruppo di superstiti che, per varie ragioni, hanno trovato in Italia un secondo paese. Il senso di appartenenza al Ruanda, però, non li ha mai abbandonati, spingendoli a stringersi in una “Famiglia” di cui non sono necessariamente i legami di sangue a costituire i confini bensì un anelito irrefrenabile di fratellanza dopo un orrore che pareva aver cancellato il minimo senso di umana decenza.

Mi sono trovato più volte ad asciugarmi gli occhi nel leggere i racconti che i protagonisti di questo libro fanno, a mo’ di confessione sempre più aperta, a Pietro Veronese, nonostante non ci sia nulla di nuovo, se non la sensazione di udire con i miei orecchi le loro inenarrabili vicissitudini. Alcune di quelle voci, nel 1994 erano nel pieno dell’infanzia e dovettero assistere a violenze inaudite nei confronti di familiari, amici, conoscenti, semplici estranei. Violenze perpetrate in larga parte a colpi di machete, uno strumento di morte che rese ancor più cruento lo sterminio di massa. Bambini in fuga, senza una meta e la prospettiva credibile di un domani. Bambini costretti ad assistere alla mattanza dei propri cari se non, addirittura, a prendervi parte. Bambini che cercavano riparo tra i bananeti, in parrocchia o nelle case di qualche vicino solidale. Bambini che lavavano le ossa dei propri cari riesumate dalle fosse comuni per poter dar loro una sepoltura più degna di tal nome. Bambini che dovettero crescere prima del tempo e che conobbero il tragico senso della vergogna che accompagna i sopravvissuti per una vita intera. La capacità distruttiva che l’uomo ha in sé mi atterrisce. La forza del perdono e della solidarietà mi restituiscono speranza.