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Massimo Cuomo, Malcom, Edizioni E/O, 2011

Autore: Elena Cirioni
Testata: Argo
Data: 20 ottobre 2011

Marcello Zanzini, trent'anni; in mano non ha altro che un licenziamento inaspettato e il tradimento della donna che ama, beccata in flagrante con un banale venditore di aspirapolveri. In un estate caldissima si ritrova a vendere su ebay i mobili griffati di casa mentre vede crollare tutte le certezze della sua vita.
In questo modo si presenta ai lettori il protagonista di Malcom, romanzo d'esordio di Marco Cuomo.
Marcello, capro espiatorio di un destino beffardo che lo proietta in una serie di coincidenze e conseguenze da Teatro dell'Assurdo, ma che appaiono drasticamente vere e contemporanee. Perché nonostante la trama ricca di colpi di scena, la storia di Marcello potrebbe essere molto simile a quella di un qualsiasi trentenne, colpito non solo dalla crisi economica, ma anche da una crisi interiore che lo porta a rivedere tutti i cardini centrali della sua vita: il passato, l'amore, la propria identità.
Una vera e propria riflessione sulla crisi post-moderna e sui suoi antieroi. Ecco cosa rappresenta, secondo il mio giudizio Malcom. Ciò che capita a Zanzini è un vero e proprio processo di analisi interiore drastico ma necessario per superare la frustrazione della vita moderna. Si riparte da zero, dal niente, dalla figura che ci appare sulla copertina del libro: un desolante uomo in mutande che non ha più nulla da perdere, tranne i due amici di sempre, Tonno e Pino unici appigli su cui contare.
Questo annullamento all'inizio catastrofico porterà il nostro eroe, verso la riconquista della propria identità. Complice il caso e una sim card misteriosa, regalata da un barbone che innesca nella trama il processo di ricoperta del protagonista, insieme a una serie di altri personaggi improbabili che conducono la storia verso la vittoria di quel Zanzini che all'inizio avevamo conosciuto in mutande. Vittoria che fa da specchio per le allodole che serve a mettere alla prova non solo Marcello ma anche i lettori.
Tutti alla fine di questo romanzo ci troviamo di fronte a un bivio: prendere la strada del successo, della fama o seguire la via dell'amicizia e dell'amore vero?
Zan sceglie la sua strada, regalandoci un finale né buonista né tanto meno moralista.
Oltre alla trama e all'excursus narrativo ben delineato, quello che si nota della scrittura di Cuomo è l'analisi precisa e studiata sulla nostra società. La psicologia dei personaggi ricalca fedelmente la realtà contemporanea, come l'attenta analisi dei mezzi di comunicazione, dei social network, lo studio di un linguaggio anzi quasi di uno slang adatto per ogni figura che compare nel libro. Tutto questo condito da un'ironia delicata, quasi sarcastica che insieme alla scrittura semplice, ma non banale fanno di questo romanzo una lettura che sa far ridere e riflettere.