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“Lupi di fronte al mare” di Carlo Mazza

Autore: Carlotta Susca
Testata: Sul Romanzo
Data: 19 ottobre 2011

 Ricordo bene le lunghe riflessioni sul valore d’inchiesta di Gomorra. ‘Romanzo’, specificava la copertina. Fiction da non prendere in parola, dunque.

Non entro nel merito della qualità del libro di Saviano, né della successiva sorte artistica dello scrittore (meglio: del personaggio). Quello che mi preme sottolineare è che Saviano ha descritto una realtà che conosceva bene e nella quale ha vissuto per tutta la vita.

Spesso si è incapaci di valutare con occhio oggettivo il contesto in cui ci si muove perché la realtà, filtrata dalla nostra personale e parziale prospettiva, tende ad apparirci l’unica possibile, quasi una emanazione delle Necessità.

Per questo si è stupiti nel leggere dei resoconti che siano in grado di consentirci una visione del nostro contesto da un’altra prospettiva, e che quindi ci diano un quadro completo delle nostre frammentarie conoscenze sulla realtà.

Il compianto autore americano David Foster Wallace rifletteva al riguardo distinguendo il Realismo ‘storico’ da quello odierno: se quello mirava a rendere familiare ciò che risultava estraneo (per cui I Malavoglia o Papà Goriot sopperivano all’assenza di media diffusi, e quindi alla scarsità di informazioni sul mondo), il compito del romanzo oggi sarebbe quello di rendere estraneo ciò che è tutti i giorni sotto gli occhi, dunque troppo vicino a noi (e moltiplicato mille volte) per poterlo correttamente valutare.

Al di là delle definizioni (Realismo, New Realism, Autenticità) – i dibattiti contemporanei mi paiono un po’ fumosi – ecco quello che ho apprezzato maggiormente in Lupi di fronte al mare, di Carlo Mazza (e/o edizioni): una descrizione scorrevole ma densa degli intrighi baresi. Ho letto il libro con costante interesse perché quello che accadeva, procedendo a gran velocità lungo le quasi quattrocento pagine del volume, era che più l’aspettativa di stupirmi per intrighi e magagne del potere cresceva più mi rendevo conto che non c’era intrigo o magagna di cui non potessi essere a conoscenza, né tanto lontano da me da non averne avuta alcuna percezione, nel corso della mia – non lunghissima – vita.

Raccomandazioni, voti di scambio, stipendi regalati, favori, conciliaboli, accordi: malfunzionamenti del sistema ai quali nessuno di noi è estraneo; non c’è paesino o giro di conoscenze allargato all’interno del quale non possiamo aver sentito bisbigliare un’indicazione ‘innocente’, o aver visto stringersi mani che promettevano mutuo ‘sostegno’. Le storture nel tessuto sociale ci sono così familiari che leggerle in un romanzo può servirci a vederle dall’esterno, a provocare in noi, finalmente, il disgusto per il quadro d’insieme.

Nel colophon del testo la consueta specificazione sulla natura finzionale degli eventi narrati, «frutto della mente dell’autore». Vero: la descrizione di fatti e personaggi non è risultato di una inchiesta, i nomi sono d’invenzione e le vicende non compongono un insieme i cui elementi siano in rapporto di biunivoca corrispondenza con i Fatti dell’insieme della Realtà. Ma il lettore non ha bisogno della cronaca dettagliata di un periodo, a lui basta, e gli è di grandissima utilità, poter guardare in faccia l’intricata trama di scambi fra malavita, banche, sanità, politica: un flusso di soldi, voti, posti di lavoro, omissioni, agevolazioni.

Le notizie di intercettazioni, le indagini su Laudati, gli scambi di escort baresi che noi tendiamo a considerare eventi paralleli alla nostra vita quotidiana sono invece il sottostrato e il sovrastrato che influenzano e circondano la nostra realtà, che siamo abituati a considerare inattaccabile e slegata dal racconto che ce ne restituiscono i media. Tv, giornali, radio non fanno che inflazionare le notizie rendendoci impermeabili ad esse, e compito della letteratura è quello di svolgere un lavoro complementare a quello dei mezzi di comunicazione: raccontare mimeticamente quando non c’è medium in grado di farlo, e quando invece troppi media anestetizzano la nostra capacità di comprensione degli eventi, elaborare artisticamente la realtà per restituircela con un racconto che ci faccia, finalmente, riflettere.