Che fine fanno le vite che non abbiamo vissuto? Dove vanno a finire le albe che ci sorprendono addormentati? Siamo ancora legittimati a chiamare nostri i luoghi da cui siamo fuggiti?». Sono alcuni dei laceranti interrogativi che Hemley Boum pone al lettore nelle pagine intense e avvincenti del Sogno del pescatore , romanzo denso e ricco di sfumature che ha ricevuto diversi premi, tra cui il Gran Prix Afrique. La scrittrice del Camerun, oggi residente in Francia, vi racconta magistralmente la fine di un mondo, la fuga dalle sue rovine e il tentativo di salvarsi attraverso la costruzione di una nuova identità, che però non può essere solo rimozione delle proprie origini. Per l'autrice di questo atipico romanzo di formazione - sociale, sentimentale e culturale - alla fine la vita ci riporta sempre al luogo di provenienza, anche quando si è tentato di scappare lontano. E solo la riconciliazione con se stessi e con il proprio passato ci preserva dalla follia dell'esilio e dai sensi di colpa del tradimento. Per ricordarcelo, Boum narra una drammatica vicenda familiare che si snoda per tre generazioni, tra il Camerun e la Francia, tra Douala e Parigi, tra le rive dell'Atlantico e quelle della Senna. Andando avanti e indietro nel tempo e nello spazio, passando dalla prima alla terza persona, intrecciando racconti e leggende, facendo dialogare dimensione sociale ed emozioni private, la scrittrice fa sempre un uso sapiente e preciso delle parole, che per lei sono «il filo d'oro con cui ricucire pazientemente la storia comune, quella della quale ognuno possedeva una parte impossibile da capire, enigmatica perché troppo frammentaria». Una storia il cui «racconto lungo e tortuoso», fatto di «gioie, dolori, incontri, lacerazioni, amori e lutti», non è esente da «sbandate, belle fughe, cadute, vie traverse, sensi unici, vicoli ciechi». (...) Il sogno del pescatore è un romanzo di passioni e trasformazioni, dove il nonno e il nipote sono legati da un destino comune e dal senso di angoscia prodotto dalla perdita della propria identità. Di fronte al loro smarrimento, sono i personaggi femminili - Yalana, Dorothée, Nella o Juliette - a incarnare la trasmissione di un mondo di valori e la lotta in difesa della comunità, che passa anche per il racconto «delle vite svendute, dei sogni abortiti, dei poveri orizzonti» a cui tentano caparbiamente di sfuggire.