Per il commissario milanese Giorgio Garbo, Lipari promette soltanto sole, mare e bellezze estive, macchiate forse soltanto dall’invasione dei turisti; certo, cambia tutto quando viene ritrovato un cadavere con le mani legate...
Relax estivo, vacanze, spiagge, barche, arcipelago delle Eolie: questo lo scenario in cui lo scrittore e giornalista Francesco Musolino ambienta il suo piacevolissimo Giallo Lipari (E/O, 2025), che si legge con piacere e divertimento.
Il commissario milanese Giorgio Garbo è appena stato promosso per il suo atto di coraggio in azione, ma spedito nel neonato commissariato di Lipari, la più grande delle isole Eolie. Siamo in una rovente fine di agosto, e il “golden boy” della Polizia di stato arriva in camicia di lino, giacca, mocassini con nappa nel suo nuovo ufficio, accolto indolentemente dai componenti della squadra: il pigro Laganà, la focosa agente Russo, che sperava di prendere il suo posto, e un altro paio di agenti. Non succede mai nulla alle Eolie, gli spiega il rassegnato Laganà; e invece il cadavere di un uomo viene trovato in spiaggia, sotto i suggestivi faraglioni, da una coppia in cerca di intimità. Nudo, senza documenti, morto per asfissia: comincia l’indagine difficile del commissario appena giunto dalla Milano della nebbia, del fresco, dei Navigli, delle gite in montagna per scoprire chi possa aver compiuto il delitto. Sì, perché l’uomo aveva le mani legate ed era certamente vittima di un omicidio. (...) Intelligente e ben costruito, Giallo Lipari è promettente e il finale assolutamente imprevisto: inevitabile lieto fine, che non guasta.
