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Tutto accade oggi, Jesse Browner

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: SoloLibri.net
Data: 28 ottobre 2011

New York, il quartiere del Village, Hudson Street, la Dalton sono i luoghi che Wes, il diciassettenne protagonista di questo romanzo di formazione, percorre nell’autunno del 2008. Coordinate spazio temporali molto precise, una famiglia apparentemente quasi normale, una villetta a più piani in un quartiere divenuto di gran moda, ma dietro la facciata c’è un’enorme sofferenza per tutti: la madre di Wes, Marion, giace in un letto, condannata dalla sclerosi multipla ad un’immobilità in crescita, che presto le impedirà ogni movimento fino a procurarle la morte. Il padre, professore di scrittura creativa, ha scritto un unico romanzo in gioventù ma ora, trasferitosi nel basement della casa con tutti i suoi libri e il pc, riceve studentesse e si estranea dalla famiglia. Wes ha una sorellina di dodici anni, Nora, che lui adora e che tenta di proteggere dal male che emana dalla vita familiare, ma a sua volta è intriso di problemi, dubbi, incertezze su di sé, la propria identità, il proprio aspetto fisico, le attese, i progetti: pensa di essere innamorato della fredda e ricca Delia, più grande di lui e apparentemente distaccata, invece finisce per perdere la verginità durante un party molto alcolico con la fresca e profumata Lucy, disponibile e affettuosa.

Il romanzo, edito da E/O nel 2011, si svolge in poche ore, ma è fittissimo di avvenimenti interiori: lo scrittore ci racconta tutta l’evoluzione psicologica di Wes, il rapporto con la malattia di sua madre, della quale intuisce la fine imminente ma che resta un punto fermo, soprattutto per Nora, che le si accoccola in braccio malgrado i cattivi odori e i miasmi della malattia; l’amore/odio per il padre, lo scrittore fallito a cui non vorrebbe assomigliare ma che resta uno specchio con cui confrontarsi. La difficoltà maggiore sembra quella che lo spinge a rapportarsi con l’amore e il sesso, che vengono confusi e scandagliati, mescolati e analizzati. Certamente la parte più originale del romanzo resta il rapporto con la cucina e con la letteratura: libri e tegami, animelle e Tolstoj, saggi di letteratura e spese da gourmet, si intersecano soprattutto nell’ultima parte, la più riuscita del romanzo. Il desiderio della madre di mangiare un cibo che aveva gustato a Parigi durante la (infelice) luna di miele e da consumare eccezionalmente con tutta la famiglia diventa la chiave interpretativa dell’esistenza di Wes: compra da un macellaio specializzato le animelle, si procura tutti gli ingredienti e comincia a sbizzarrirsi nell’elaborazione di un piatto complicato per il quale occorre molto tempo e abilità culinaria: in realtà sua madre ha dimenticato la sua insolita richiesta, suo padre declina l’invito, la piccola Nora è nauseata da quel cibo troppo forte. L’unica che lo gusterà dando un contributo positivo alla cena sarà imprevedibilmente Lucy, che si rivela così l’elemento positivo della storia.

Tutto il romanzo è attraversato dalla ossessione per “Guerra e pace”: il principe Andrej, la giovane Natascia, Pierre e Petja sono i compagni di strada di Wes, personaggi letterari che divengono modelli a cui ispirarsi; e ancora i grandi eroi shakespeariani, Romeo e Giulietta, Macbeth, fanno capolino nelle pagine del romanzo, come pure i libri prediletti, “Il Maestro e Margherita”, “Il mago di Oz”, “Le relazioni pericolose”. Wes deve prendere il massimo voto al saggio di letteratura, per aspirare ad un buon College, eppure perde il suo tempo inseguendo sogni, mettendo in relazione due diversi tipi di donna, cercando di curare madre e sorella, lavando piatti, ascoltando musica, ricevendo e mandando messaggi dal cellulare, disprezzando suo padre, camminando con il cane per le familiari strade del quartiere: un giovanissimo newyorkese nevrotico, un nuovo “giovane Holden”, un seguace di Woody Allen? Ma il vero mondo di Wes è riassunto dell’autore in poche righe:

“…..Delia, Natascia, Lucy, Sonja, il principe Andrei, Nora, Pierre, miriadi di pagine strappate da miriadi di libri in tutte le biblioteche del mondo o in una grande biblioteca universale, tutte gettate via nella tempesta senza nulla cui aggrapparsi”

Un esempio di bella scrittura, come tanti altri ce ne sono in questo romanzo denso di suggestioni psicologiche che ci raccontano la sofferenza della crescita in un mondo che, dopo l’11 settembre, sembra incapace di illudere anche i ragazzi:

“Wes poteva ancora richiamare alla memoria un momento, più o meno all’epoca dell’11 settembre, in cui a scuola era stato emotivamente sopraffatto dalla percezione di quanto fosse meraviglioso e fortunato nascere negli Stati Uniti, il paese migliore del mondo”

Dopo quello spartiacque nulla sarà più uguale a prima.