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La fuga come un romanzo russo

Autore: Eleonora Barbieri
Testata: Il Giornale
Data: 14 settembre 2025

Che cosa fanno cinque persone - tre ucraini, un francese e una americana russofila - durante un picnic nel Midwest degli Stati Uniti? Cercano una lingua comune, e non la trovano... Perché l'americana, che è professoressa di letteratura russa, parla inglese, russo e francese (la lingua dei personaggi di Tolstoj), gli ucraini parlano inglese, ucraino e russo, ma il francese non sa il russo e si rifiuta di parlare inglese. Insomma: i due ucraini sono una ex coppia e sono i genitori del più giovane della compagnia, che porta il nome altisonante di Myroslav ("pace e gloria", in ucraino, ma intraducibile in russo...), ed è l'unico a parlare tutte le lingue del gruppo; il padre Jevhen è sposato con l'americana, la madre Lada con il francese. Entrambi, Jevhen e Lada, hanno lasciato l'Ucraina dopo il crollo dell'Urss: lei vive in Camargue, lui nel Midwest. Queste relazioni linguistiche così complicate, che poi sono lo specchio della complessità dei sentimenti dei protagonisti, che si intrecciano alla politica, all'identita' e alla storia del loro Paese, sono al centro di Una storia russa di Jevhenija Kononenko (e/o, pagg.144, euro 18,50), scrittrice ucraina (nata a Kiev nel 1959) che oggi vive fra Europa e Usa. Una storia russa è una storia ucraina, quindi, o meglio, la storia di un uomo ucraino, Jevhen, che si trova a fare i conti con un mondo e una cultura in cui è impossibile anche solo definire quale sia la propria «lingua madre». Infatti, tanto per fare un esempio, nella sua famiglia dell'intellighenzia di Kiev, per suo padre era l'ucraino mentre per sua madre era sempre stato il russo: la donna, pur profondamente antisovietica, parlava per citazioni dai romanzi russi, sfinendo a tal punto il figlio con le «fanciulle turgeneviane» che ormai, per Jevhen, «tutta la letteratura russa era diventata una specie di ragazza per bene» (noiosa, diciamo). (...)