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Sugarpulp

Autore: Mauro Gervasini
Testata: Film TV
Data: 25 ottobre 2011

Accadono anche cose belle in Italia, ci mancherebbe. Anzi, i periodi di crisi aguzzano l'ingegno e favoriscono esperienza di resistenza culturale interessanti. Parliamo del pulp. Non è un genere, nonostante la "grande stampa" lo scambi per tale (come nelle rivoltanti recensioni dei quotidiani di Killer Joe di Friedkin, durante l'ultima Mostra del Cinema veneziana), ma una sensibilità. Il piacere della narrazione estrema, senza limiti. Grottesca ed eccessiva nelle degenerazioni, coinvolgente ed emozionale nelle forme più riuscite. Era pulp Mickey Spillane, anni luce prima di Tarantino. Un gruppuscolo di giovani scrittori italiani ha deciso di unire le proprie forze per creare un collettivo (chiamiamolo così) che sappia inventarsi una forma di narrativa pulp svincolata dai riferimenti "esterofili", e invece profondamente radicata nella nostra realtà. Se negli anni 90 del secolo scorso in tanti, pure troppi, pensarono di raccontare il Bel Paese attraverso il noir, ora un manipolo di monelli ci prova con un altro tipo di approccio, forse più scanzonato (perché nessuno di loro ha vissuto da protagonista gli Anni di piombo, una possibile spiegazione) ma non per questo meno serio. Gli scrittori in questione si sono ritrovati intorno a un sito (http://sugarpulp.it) che ha un simbolo (la barbabietola, scoprirete perché navigandoci), una bella grafica di Michele De Marchi, un manifesto e addirittura un decalogo, peraltro di notevole spessore...letterario. Poi ci sono i racconti dei vari autori (citiamo in ordine sparso: Serena Casagrande, Matteo Righetto, Elena Girardin, Carlo Vanin e davvero tanti altri) e già il fatto di procedere per racconti ci piace assai, perché parliamo della forma di narrazione più difficile e negletta del nostro panorama letterario. Non mancano, però, i romanzi. Dalla fucina di Sugarpulp è infatti uscito Matteo Strukul, scrittore e critico musicale padovano che ha pubblicato per le edizioni e/o La ballata di Mila, un thriller pulp che peraltro sta andando molto bene in libreria (e avrà, crediamo, un seguito). Nel Nordest devastato e dominato dalle mafie (quella cinese in forte espansione e quella autoctona) una fanciulla addestrata come Hanna (la Saoirse Ronan del bel film di Joe Wright), Mila appunto, mette in atto una vendetta sopraffina servendo due padroni, la Triade da una parte e la mala del Brenta dall'altra. Tra Goldoni e John Woo, per intenderci. Padri nobili come Massimo Carlotto guardano con fiducia a Strukul e ai suoi giannizzeri, e noi, pur non mangiando le barbabietole, anche.