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Veit Henichen, Nessuno da solo

Testata: Letture di un Pirata
Data: 6 dicembre 2011

“Nessuno da solo”, l’ultima fatica di Veit Heinichen, lo scrittore tedesco che ha scelto Trieste come città d’elezione e di residenza etc. etc… queste notizie ormai le conoscono tutti… ormai la fama di Veit è europea… del resto otto libri ambientati a Trieste e l’anno in cui lo scrittore nacque danno per somma algebrica una prolificità che magari non raggiungerà quella di Simenon, ma neanche Trieste è Parigi e quindi ogni fatica di Veit va moltiplicata per dieci. In quest’occasione Veit ci informa che Trieste è uno dei più importanti porti al mondo del traffico del caffè… volevo scrivere del  commercio, off course, ma la trama si sviluppa su due binari, il traffico e la contraffazione del caffè, sul quale, del resto, lo scrittore sparge leggero sulla trama una vera e propria lectio magistrali sulle principali varietà, provenienze e modalità di preparazione della bevanda che a Trieste si consuma più che altrove. L’altra vicenda, per niente parallela, riguarda un tentativo di estorsione ai danni di una Tories piuttosto affascinate che, in vacanza a Grado di scopa il solito vitellone che la seduce con il fine preciso di farla fotografare durante la trasgressiva cavalcata sessuale. Bravo Veit: due piccioni con una fava, dal momento che alla trama serviva una deputata inglese da buttare nell’alcova del giovinastro, molto meglio che a finirci sia una Tories e non una Labour e secondariamente è inutile che la classe politica inglese ce la meni tanto con la morigeratezza  dei costumi sessuali quando quest’ultima più che riguardare il campione decaduto Berlusconi è un indicatore globale della decadenza morale, politica e culturale dell’intero Occidente (e poi, nella migliore tradizione italiana, non una rivolta, ma l’ennesimo frullo di gonne dei voltagabbana ce l’ha tolto di mezzo, che c’entra? Centra, centra…). Del resto, in “Nessuno da solo”, titolo che spiega ciò che sto per scrivere nel tradimento (coniugale) sembrano incorrere un po’ tutti, ma lo leggerete, non voglio anticiparvi nessun colpo di scena… il fatto strano è che se ha tradire il proprio partner sono i “cattivi” nessuno si stupisce di nulla, in ogni caso si tratterebbe del male minore, se invece a tradire sono i buoni succede il patatrac perché qualche millenaria morale giudaico cristiana sicuramente s’infrange. Infine, ma queste son tutte domande che rivolgerò a Veit, sono rimasto sorpreso da un sacco di affermazioni che Veit sparge qua e là per boca delle sue creature di carta: la panoramica che ha prodotto sull’architettura fascista triestina, lo sterminio necessario secondo alcuni) sui cinghiali che stavano per radere al suolo Trieste, l’insofferenza per le agenzie di casting che sembrano prosperare a Trieste a causa del sempre più massiccio ricorso a Trieste come città ideale per fungere da fondale cinematografico, il business dell’edilizia gestito da imprese edili italiane ma da manodopera esclusivamente balcanica, naturalmente sfruttata e a sua volta birbona, se non addirittura truffatrice, il rigassificatore e l’ormai secolare e caotico traffico triestino. Naturalmente neanche in questo volume potevano mancare fatti storici che la storiografia italiana (figurarsi la partitocrazia), tranne qualche eccezione ha deliberatamente rimosso (cancellato) dai volumi di storia patria… ma per amor di precisione e correttezza vi rimando alle stesse pagine in cui Veit ce le narra: http://letturepirata.wordpress.com/2011/11/10/massacri-italiani-in-etiopia-da-nessuno-da-solo-di-veit-heinichen/ Bravo Veit uno dei migliori episodi della saga! A presto…