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Caryl Férey: La gamba sinistra di Joe Strummer

Testata: Non Solo Noir
Data: 14 ottobre 2011

 “McCash viveva solo, seppellito nel proprio cervello, all’ultimo piano di un edificio che dava sulla rada di Brest. A cinquantun anni non aveva più nome proprio e neanche una moglie. Angélique aveva tagliato la corda, come tutto il resto. A forza di trasferimenti, McCash si era perso per strada i vecchi amici, compagni di illusioni perdute, l’IRA aveva ufficialmente deposto le armi, i colleghi gli stavano sulle scatole, l’ultima amante l’aveva informato via sms che si sposava con un altro, e Joe Strummer era appena morto lasciandolo orfano di un’epoca che, come la sua ex moglie, non faceva altro che tagliare la corda.”(1)

L’irlandese McCash, ex-militante IRA giunto in Francia con un occhio di vetro (in sostituzione di quello perso a Belfast nel corso di uno scontro con la polizia) e una passione inestinta per Joe Strummer e i Clash, arruolatosi per amore nelle fila della “Brigata Anticrimine” di Brest, e in fine rimasto solo, si sente pronto per il pensionamento anticipato. No, non per il prepensionamento; ha in mente un pensionamento “definitivo”…
L’arrivo del postino lo coglie infatti con il dito sul grilletto, mentre guarda, con l’unico occhio (quasi) buono, dentro la canna della .38 d’ordinanza. Indispettito dal contrattempo, McCash si trova in mano il biglietto di una vecchia amante dimenticata e ormai defunta, che gli rivela l’esistenza di una figlia di nove anni, Alice, momentaneamente data in affidamento. Refrattario all’idea di prendersi cura della bambina, l’uomo decide, comunque, di andare a controllare che questa non se la passi troppo male. Il caso, e una serie di misteriosi uomini armati, lo costringeranno a prendersi le sue responsabilità…

Raccontato in terza persona e al passato remoto secondo le più consolidate consuetudini del genere, La gamba sinistra di Joe Strummer sposa una forma lineare, da romanzo d’azione(2), priva di effetti di focalizzazione e di tutti gli usuali stratagemmi in uso nel romanzo d’indagine; ed è una fortuna: spunto iniziale, personaggi(3), riuscita ironia e buona costruzione della trama, sono, infatti, più che sufficienti a conquistare e mantenere l’attenzione del lettore, dalla prima all’ultima pagina.
Sebbene a livello macroscopico sia vero quanto dichiara la quarta di copertina, ovvero che l’autore “segue la strada maestra di Jean-Claude Izzo”, contrapponendo la “poesia dei sentimenti” alla “ferocia del mondo”, da un punto di vista strettamente testuale, il romanzo di Férey sembra piuttosto a mezza via tra Giorni di Battaglia di Paco Ignacio Taibo II(4), Real Life di Cristopher Brookmyre(5) e Rue de la Cloche di Serge Quadruppani(6).

In uscita in questi giorni per E/O, La gamba sinistra di Joe Strummer, di Caryl Férey, è un piccolo capolavoro di genere, che riesce a essere sentimentale ma mai melenso, tenero ma mai sdolcinato, ironico e auto-ironico ma mai ridicolo; un romanzo rapido, tirato, chiassoso, sgangherato, come un brano dell’epoca d’oro del punk tanto amato da McCash…