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Pirati e capitani coraggiosi

Autore: Luigi Loi
Testata: Les Flaneurs
Data: 20 gennaio 2012

Torniamo a uno dei nostri prediletti, Amara Lakhous che ha da poco pubblicato Un pirata piccolo piccolo per i tipi di e/o. Parliamo nuovamente di lui per molti ragionevoli motivi. Le sue prose hanno il dono di portare nella lingua italiana tutte le suggestioni del Maghreb cercando di sanare delle fratture culturali vecchissime: nord e sud del mondo, laicismo e fede, diversità e omologazione. Impossibile non pensare a Lakhous come a un ponte naturale nel Mediterraneo. Troppe volte volgiamo le spalle al nord Africa dimenticando ciò che ha rappresentato storicamente il sud del nostro mondo.

Quanto bene fa questo libro all'italiano letterario corrente, troppo spesso spaccato dall'eterna dicotomia tra laicismo e fede. Il personaggio di Un pirata piccolo piccolo si chiama Hassinu, vive la sua vita al di sotto della linea ideale che è Lampedusa. Il mondo nuovo e la democrazia iniziano sopra questa invisibile barriera. È poi vero? Questione di punti di vista. Basta leggere.

Hassinu, come un più noto personaggio letterario di Moravia (quello di Io e Lui per capirci) parla col suo membro, questo dialogo interiore si dipana per tutto il romanzo. Ma se in Moravia il dialogo interiore era necessario per spiegare la dicotomia comunismo/psicoanalisi, nel romanzo di Amara Lakhous è il meccanismo per mettere in luce una più amara spaccatura, quella tra pubblico e privato. Ciò che Hassinu detesta ma non può permettersi di combattere nella vita pubblica è fonte di dolore e umiliazione nel privato. Ciò che è giusto in pubblico è da occultare nella vita privata. Questo dialogo interiore è l'unico dialogo che Hassinu possa permettersi, nessuno infatti può essere il fiduciario delle proprie ambizioni e desideri se non se stessi in questo Maghreb dove "non ci si può fidare di nessuno".

Questo pirata della modernità viaggia, ma spesso solo con la fantasia: le velleità della giovinezza sono passate allo scoccare dei 40 anni, età focale per l'Islam. La vita si costruisce con i sogni, ma dopo i 40 i sogni non hanno più cittadinanza alcuna per un pirata, anche se piccolo piccolo.

C'è forse tanta amarezza in questo libro, ma anche tantissima urgenza di raccontare, all'indomani della cosiddetta Primavera Araba. Nella prefazione Amara Lakhous scrive «La censura nel mondo arabo, è di due tipi: c'è quella ufficiale. Poi ce n'è un'altra ben peggiore: la censura interiore. Ecco questo libro mi ha insegnato a dar voce al pazzo, al bambino e al dormiente che sono dentro di me, ma soprattutto mi ha insegnato a non aver paura di farlo».