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Contrabbandiere e gentiluomo

Autore: Silvana Mazzocchi
Testata: La Repubblica
Data: 21 ottobre 2006

Abbandona il suo stile duro Massimo Carlotto, in La terra della mia anima. Quel modo di scrivere asciutto e incalzantee che abbiamo imparato ad amare con la serie di libri dell'Alligatore, l'eccentrico detective ex detenuto che gli somiglia per acume, sensibilità e vita vissuta. E lo fa per raccontare la storia vera di Beniamino Rossini, il contrabbandiere vecchio stile che era già apparso nei suoi romanzi come l'aiutante fidato dell'investigatore, il malavitoso "buono" a lui legato da uno stretto rapporto di solidarietà e lavoro.

La terra della mia anima è il tributo offerto da Carlotto all'amico malato e destinato a morire. E la vena di commozione che l'attraversa, se almeno in parte ne snatura lo stile, nulla sottrae all'efficacia del racconto. La storia si dipana in diretta, con la voce di Rossini. Ne emerge la vita di un personaggio stravagante che nell'aspro primo dopogerra sceglie di farsi contrabbandiere, soprattutto per essere "contro". Che comincia sulle montagne, tra Varese e la Svizzera, passando le frontiere da "spallone" con i carichi portati addosso uno ad uno, tra paura e fatica. Per poi passare all'avventura delle balle di sigarette trasportate via mare o via aria, ma sempre con uno spirito "antico" e con regole e limiti precisi. Preistoria rispetto alla criminalità a cui la cronaca ci ha abituato.

Affascinante lo scenario che va dalla Milano liberata dai partigiani, alla Svizzera del benessere, a Malta, a Venezia, in un arco di tempo che arriva quasi fino ai giorni nostri. Attraverso storie di amori e di malavita e con in mezzo quindici anni di carcere. Racconto di una amicizia appassionata e di un'esistenza ribelle. Il libro è appena uscito, ma Beniamino Rossini è morto già nel maggio scorso. La terra della mia anima è anche uno spettacolo teatrale che, con Ricky Gianco, Maurizio Camardi e Patrizio Fariselli, sta facendo il giro d'Italia.