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Recensione: AMABILI RESTI, di Alice Sebold

Testata: Letteratura e Cinema
Data: 5 marzo 2012

Nel 1973, all'età di 14 anni, Susie viene stuprata ed assassinata da un suo vicino di casa. Nel libro, a raccontare la storia è proprio la vittima che continua a vivere in una sorta di realtà parallela, il Cielo, e continua ad osservare l'effetto della sua morte nei suoi cari rimasti sulla Terra. Per mezzo delle parole di Susie non leggiamo un giallo/horror ma continuiamo a vivere pensieri e sentimenti della sua famiglia, dei vicini e degli amici.

I personaggi che incontriamo durante la lettura sono: un padre che non vuole arrendersi e che cerca di trattenersi pur sospettando chi sia il colpevole; una madre straziata dal dolore che non riesce a reagire; una sorella di 13 anni, che affronta il dolore in modo completamente diverso perché comprende che gli altri rivedono in lei Susie; un fratellino che all'inizio viene protetto da tutti ma che, infine, sarà lui a diventare fonte di protezione e fulcro della famiglia. L'analisi dei personaggi si presenta piuttosto superficiale probabilmente perché, essendo Susie un narratore onnisciente, non si preoccupa di presentare al pubblico i familiari se non in relazione alla sua drammatica vicenda.

La struttura del libro è piuttosto semplice e poco articolata. La scrittura è fluida e scorrevole seppur in alcuni punti si può riscontrare un rallentamento nel ritmo della narrazione. Inoltre, la voce candida ed innocente della ragazzina smussa i toni più drammatici e raccapriccianti facendo emergere una grande tenerezza.

La storia narrata è realmente coinvolgente, però, a mio avviso, il finale lascia un sapore dolceamaro perché sembra puntare più sui sentimenti del lettore che su una conclusione logica e razionale. L'ultima parte sembra lasciare qualcosa in sospeso che fa cedere l'intera struttura narrativa.

Consiglio il libro agli amanti del genere e a chi vorrebbe farsi coinvolgere da una storia intensa, cruda, angosciante e, allo stesso tempo, poetica ed emozionante, capace di restituire al lettore una commozione profonda.