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La donna allo specchio

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: SoloLibri.net
Data: 13 marzo 2012

Una costruzione sapiente e un’architettura armonica legano le tre storie diacroniche che lo scrittore francese Eric-Emmanuel Schmitt ci racconta in questo bel romanzo che ha per protagoniste tre giovani donne dal nome ricorrente: Anne, una insolita mistica vissuta a Bruges nel XVI secolo, tra beghine e roghi di streghe; Hanna, una viennese stravagante che si innamora della psicoanalisi nella mitteleuropa del primo ’900; infine Anny, bellissima ed infelice star hollywoodiana dei nostri tempi, vittima dell’implacabile star system, salvata all’ultimo momento proprio dall’incontro con la vita di Anne, raccontata in un libro dalla psicoanalista Hanna.

Difficile riassumere le storie che si alternano nel libro, anche per non sottrarre al lettore il piacere di scoprire l’intreccio che le lega indissolubilmente l’una all’altra: anche se Schmitt infatti procede in senso cronologico, tuttavia il finale ci stupisce come forse, ci aveva stupito il finale del romanzo “Le ore” di Michael Cunningham, uscito alcuni anni fa e divenuto anche un celebre film, a cui per certi versi questo libro può essere paragonato.

La peculiarità del lavoro dell’autore sta soprattutto nella meticolosa ricostruzione ambientale con cui i diversi ambienti descritti sono ricostruiti: la Bruges rinascimentale e le sue campagne nebbiose, una popolazione ignorante e superstiziosa, una chiesa arrogante, violenze familiari e sociali perpetrate in un clima di crescente guerra religiosa che ha insanguinato il nord Europa dopo la Riforma protestante e di cui le donne sono state le vittime innocenti, con processi per stregoneria e roghi in cui anche l’ingenua e visionaria Anne resta impigliata, senza che nessuno riesca a salvarla. Un personaggio insolito e delicato, una bella ragazza orfana, semplice e complessa ad un tempo, determinata e sicura, capace di affrontare un lupo feroce ed un inquisitore maligno, ignorante ma sapiente e ingenua poetessa. Un personaggio letterario creato da una mano sicura, come è sicura la penna che descrive Hanna, prima moglie frivola e frigida di un aristocratico viennese, nella capitale asburgica all’epoca del suo massimo splendore economico e culturale. In fuga da una prigione dorata, dopo grandi sofferenze vissute con coraggio, Hanna diventa seguace di Freud e analista a sua volta. Infine, forse la figura femminile meno convincente, almeno all’inizio della sua storia, è la Anny attrice di successo nella corrotta Hollywood dello stritolante mondo del successo ad ogni costo e a qualunque prezzo. Anny si salverà grazie all’amore per un uomo estraneo a quel mondo, ma soprattutto per la riscoperta di valori genuini che le giungono per caso da molto lontano e che le salveranno una vita a rischio...

Qui il cerchio si chiude e le storie si ricompongono in una sintesi al femminile di grande profondità e sensibilità. Lo specchio del titolo ci fa riflettere su come la condizione femminile sia riconducibile all’esperienza dolorosa delle donne in ogni tempo, in questo mondo occidentale che ha cambiato i suoi connotati politici e sociali, la sua economia, la cultura, la religiosità, ma non la condizione delle donne che continua a risentire di una spazio troppo ristretto e pieno di ostacoli, mentre solo a donne davvero eccezionali e coraggiose, sembra dire l’autore, è consentito un vero e pieno riscatto.