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De Prada, neve e sonnambulismo

Autore: Angela Bianchini
Testata: Tuttolibri - La Stampa
Data: 18 novembre 2006

L’ultimo libro di Juan Manuel De Prada s'intitola La vita invisibile ed è pubblicato dalla e/o, la casa editrice che lo ha fatto conoscere in Italia attraverso le sue maggiori opere narrative La tempesta, Le maschere dell' eroe, Gli angeli dell'aria. De Prada appare oggi come enfant prodige e anche un po' enfant terribile della narrativa spagnola. Infatti, nato nel 1970, nel 1995 pubblicò quel suo primo libro Coños: termine corrente ma pur sempre volgare per la vagina che, in apparenza si ispirava alla famosa opera Senos di Gomez da la Serna. Lasciata da parte qualsiasi considerazione sulle preferenze odierne per le diverse parti del corpo femminile, rimane il fatto che il romanzo ottenne un successo eccezionale di vendite.

Da allora, attraverso altri successi, in particolare La Tempesta con il quale ottenne nel 1997 il prestigioso premio Planeta, si può dire che De Prada abbia sempre cercato una sorta di «vita invisibile», grazie mediazioni varie. Nella Tempesta troviamo il celebre quadro di Giorgione e un ambiente veneziano che definiremmo cortesemente di maniera, mentre nelle Maschere dell'eroe, compare il recupero delle memorie di un ex seminarista e di una bohème ante prima guerra mondiale: il tutto con una ricchezza di citazioni di autori celebri che vanno da Piò Barroja a Borges e chi più ne ha più ne metta. Una tecnica che l'autore stesso ha confessato con abile candore: «il racconto poliziesco, il romanzo d'appendice e gli intrecci, comprese le tecniche della letteratura pulp e il cinema di bassi intenti mi hanno fatto da scheletro per esprimere i miei sentimenti più desolati e le mie angosce più intime».

In quasi tutti i romanzi di De Prada, il protagonista è, pur sotto diversi nomi, uno scrittore. Nel caso della Vita invisibile l'alter ego dell'autore si chiama Alejandro Losada ed è lui che, per assistere ad una conferenza, alla vigilia delle nozze e a due mesi dalla tragedia delle Torri Gemelle, parte per Chicago. La scelta della distruzione delle Torri Gemelle risulta quasi obbligata così come è stato per anni, specie nella narrativa americana, il desiderio di far coincidere i propri sentimenti privati con la data Pearl Harbour. Più sorprendente l'immagine quasi funerea di Chicago, vista quasi con odio perché impregnata di «anonimo sonnambulismo» e sepolta sotto una neve che «continuava a cadere, ingravida e dolcissima come la manna dell'Esodo». Non vale a rincuorare l'autore neppure il ricordo di Madrid, definita inspiegabilmente «clericalissima» e suo odio (o malumore?) si estende allo scarso pubblico della conferenza, in particolare agli ignari ispanisti che, «in uno sfoggio masochista, non (cessavano) di affliggermi con le loro farsesche curiosità».

Va detto, però, che, attraverso una percezione dell'America che è banale e, al tempo stesso personale, De Prada riesce anche in questo romanzo, a offrire un intreccio che indubbiamente può cattivare l'attenzione del lettore. E questo per più di 600 pagine, e, ancora una volta, grazie a una vicenda che riguarda i misteri delle donne.