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Vi racconto la terra della mia anima

Autore: Francesca Federici
Testata: Girami.it
Data: 17 ottobre 2006

"La frontiera era la terra della mia anima. L'unico luogo dove provavo una sensazione potente che mi faceva sentire vero e felice. Dove il silenzio e gli alberi, i prati, i torrenti e gli uccelli mi davano la certezza di avere qualcosa dentro che si manifestava solo lì. Io l'ho sempre chiamata anima, anche se è una parola da preti. "

Sguardo intenso e sorriso sincero, Massimo Carlotto, cinquant'anni, da oltre dieci è nel cuore di molti lettori con i suoi romanzi noir e da due settimane in libreria con La terra della mia anima. E' la vera storia di Beniamino Rossini. Che nella finzione letteraria è il socio dell'Alligatore, il giustiziere protagonista di molti dei libri di Carlotto, mentre nella vita reale è stato un grande amico dell'autore.

Massimo, con "La terra della mia anima" tu e l'Alligatore perdete un grande amico. Cosa ti ha lasciato di più caro, Beniamino?
Questo dolore segna anche la fine del ciclo dell'Alligatore? Ci hai già pensato?

La serie dell’Alligatore continuerà anche dopo la morte di Beniamino. A febbraio esce una graphic novel disegnata da Igort per Mondadori e il Beniamino a fumetti assomiglia incredibilmente a quello reale. Beniamino mi ha lasciato in eredità la capacità di trasformazione della propria esistenza. Una consapevolezza importante che ti aiuta a superare i momenti più difficili.

Qual è, se c'è, la terra della tua anima?
Una donna e un bambino in un’isola battuta dal maestrale.

Ora sei in giro per l'Italia a presentare il libro con un spettacolo appassionante. Com'è nata l'idea? Com'è avvenuta la scelta dei tuoi compagni di viaggio?
Da anni lavoro con Maurizio Camardi, Ricky Gianco e Velia Mantegazza. Il progetto è quello di contaminare letteratura e musica per proporre una formula moderna della tradizione del cantastorie. E poi tutti noi avevamo conosciuto Beniamino e l’idea di raccontare la sua vita ci ha entusiasmato fin dall’inizio. Sto già lavorando ai progetti teatrali per i prossimi due romanzi, convinto che si tratti di una formula vincente.

In sala abbiamo visto un pubblico molto eterogeneo: è lo stesso che legge i tuoi romanzi o pensi che il teatro serva per avvicinare anche altri alle tue storie?
Il teatro serve ad avvicinare il pubblico che normalmente non segue le presentazioni in libreria e a offrire nuove emozioni a quello che mi ha seguito in questi anni.

Hai un sito web per così dire "a gestione familiare", visto che i webmaster sono tuoi amici. Leggendo la tua biografia si scopre che sei un ottimo cuoco.
Ci dai la ricetta delle "patate Carlotto"?

Andrea e “zio” Chicco sono cari amici, conosciuti e apprezzati durante la costruzione del sito, idea peraltro tutta loro. Mi piace cucinare e le patate Carlotto in fondo sono semplicissime ma il segreto è il forno a legna carico di leccio sardo ed erbe aromatiche di orto.

Insomma, non ce la vuole dare. Sarà per la prossima volta. Sarà per il prossimo libro.