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Cristiani di Allah

Autore: Tommaso Giartosio
Testata: Radio 3 - Fahrenheit
Data: 7 aprile 2008

Sintesi dell’intervista che potete ascoltare interamente a questo link http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/mostra_libro.cfm?Q_EV_ID=247552

Questo suo nuovo romanzo sorprendera` probabilmente i lettori abituati al Carlotto di Arrivederci amore ciao o del ciclo dell’ Alligatore, perche` qui ci spostiamo di 500 anni indietro nel tempo, fino al 1540: una storia di corsari nel Mediterraneo, ad Algeri, ma non solo. Come mai una scelta cosi` apparentemente lontana dalle sue corde? In realta` credo che alcuni nessi li scopriremo facilmente, ma a prima vista sembra un grosso salto.

Si, in qualche modo lo e`, anche se in fondo io sono andato un po` alle origini del noir mediterraneo. Io mi occupo di questo, del noir, che secondo me nasce proprio allora, in quel contesto che qui racconto.

Vogliamo allora spiegare subito perche` si tratta di un noir? E` sempre pericoloso perdere tempo con le etichette, ma se lei l’ha messa addirittura nel sottotitolo…

L’ho messa nel sottotitolo perche` il libro racconta quello che e` il noir mediterraneo, lo scontro di civilita`, anzi, le grandi bugie che si celano dietro allo scontro di civilta`. E se oggi il noir mediterraneo racconta le connessioni tra potere politico e criminalita` organizzata, anche questo romanzo lo fa, in maniera molto diversa ovviamente, perche` e` ambientato molto tempo prima, ma in maniera anche molto precisa. Mi ha sempre affascinato la storia dei “rinnegati”, di questi uomini “ponte” tra una civilta` e un’altra, che hanno reso in qualche modo anche molto vivibile la societa` islamica del tempo - la societa` magrebina – una storia dal significato molto particolare legato alle piraterie, alla guerra di corsa e quindi a una dimensione che noi interpretiamo immediatamente come criminale, dunque un noir, un noir potente.

E` stato lungo il lavoro di ricerca e di composizione?

Una ricerca molto lunga, questo si. Son partito tre anni fa con questo progetto, leggendo dai verbali di inquisizione ritrovati all’ Universita` di Sassari, e li`mi e` venuto il desiderio di conoscere questo ambiente di rinnegati. Di libro in libro, fino a un viaggio ad Algeri, ho ricostruito il filo di questa storia.

Una storia di rinnegati, di uomini che vengono da tutto il Mediterraneo settentrionale, che abbandonano la loro fede per motivi sostanzialemente utilitaristici e decidono di unirsi allle forze isalmiche dei paesi barbareschi per fare i corsari, al servizio di un potere politico rispetto al quale si tengono tuttavia ampi margini di liberta`. Come funziona, entrando nel dettaglio, questo sistema?

La guerra di corsa e` stato un vero e proprio meccanismo economico del Mediterraneo: le merci che provenivano da una parte dei paesi europei, venivano depredate dai corsari magrebini che poi le rivendevano agli altri paesi europei. I corsari, a differenza dei pirati, erano assunti e stipendiati dai governi; erano dei rinnegati che passavano dall’altra parte, dei personaggi incredibili.

Come succede spesso quando uno scrittore attento all’oggi racconta una storia ambientata nel passato, ne mette in evidenza tutti gli aspetti piu` vicini alla contemporaneita`. Alcuni termini chiave del suo romanzo possono essere utili per descrivere la realta` di allora, anche rispetto all’oggi, per esempio “liberismo”

E` vero, e devo dire che la guerra di corsa e` stata forse proprio la massima espressione del liberismo

“Mobilita` sociale”

In quel caso si e` trattato di una migrazione al contario. Trecentomila persone che attraversavano in senso contrario rispetto a quanto avviene oggi il Mediterraneo per diventare islamici e inseguivano il riscatto sociale attraverso la conversione: e` la dimostrazione di una grande mobilita`.

“Multiculturalismo” puo` essere un’ altra parola chiave. Dobbiamo immaginare il Mediterraneo del ‘500 piu` misto, piu` consanguineo, piu` dialogante di oggi ?

La realta` di allora che descrivo era senz’altro piu` dialogante di quella di oggi: il rinnagato era veramente uan figura di ponte tra le varie culture e questo determinava anche un’ ambiente socialmente piu` progressista all’interno della societa` magrebina, tanto che alcune cose, come l’omosessualita` e la liberta` religiosa, erano assolutamente tollerate.