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Svaniti nel nulla

Autore: Erminio Fischetti
Testata: Fuori le Mura
Data: 23 aprile 2012

Sembra aver cambiato totalmente registro Tom Perrotta con questo ultimo romanzo, Svaniti nel nulla. Salutato da Stephen King come “il miglior episodio di Ai confini della realtà che abbiate mai visto”, l’opera, dalle prospettive apocalittiche, racconta in un futuro prossimo della scomparsa senza lasciare tracce di milioni di persone in tutto il mondo. Uomini e donne di qualsiasi credo, razza e identità sessuale. Per coloro che restano il dolore è soffocante, lacerante, impossibile da sopportare, oltre al peso della colpa per essere “sopravvissuti”. Nella cittadina di Mappletone, nell’America della provincia suburbana, la vita in qualche modo deve comunque andare avanti.

Partendo da questi presupposti fantascientifici, come dicevamo, sembra che Perrotta sia passato da un’analisi crudele, grottesca, della provincia americana con toni da realismo sociale ad un racconto di genere, che ricerca azione ed eventi surreali. Tutt’altro. Perché Perrotta scava nelle sofferenze umane e psicologiche di coloro che restano. È il vuoto, il senso di perdita che viene raccontato con toni e visioni crepuscolari attraverso una scrittura aderente, solida, profonda. La piccola cittadina di Mappletone diventa metafora e ritratto di un’umanità intera per prendere in esame il suo vuoto esistenziale, la totale incapacità di vivere in un mondo privo d’identità.

Tornano così i grandi temi dello scrittore del New Jersey, i suoi personaggi improntati sui vizi e gli eccessi, le ossessioni e le paure degli americani della piccola borghesia. In particolare, la famiglia del sindaco diventa prototipo di tutte queste prospettive: dalla figlia, persa in una morbosa vita sessuale, alla madre, che fugge via di casa per diventare gregaria di una setta, dal figlio, che rimane incantato dalle parole sulla libertà e l’amore di un guru dell’amore, al padre, che cerca di salvare la sua famiglia e la comunità dallo sfacelo psicologico, ma fallirà. Tutti fanno parte della stessa comunità, ma tutti sono abbandonati a se stessi. Sono soli. La pseudo narrazione di fantascienza diventa in questo modo solamente il veicolo per sottolineare un futuro che si prospetta privo di speranze, dove quella desolante realtà del nostro mondo non potrà che acuirsi sempre di più fino alla sua ineluttabilità. Si percepisce, infatti, dalle pagine di Perrotta un profondo senso di soffocamento.

Rispetto a Intrigo scolastico e L’insegnante di astinenza sessuale, Svaniti nel nulla è ancora più cupo, grigio, torbido. Sembra non concedere speranze all’umanità questo scrittore di origini italiane, eppure sotto sotto forse ne lascia qualche brandello attaccato all’asfalto dei sentimenti. Come sempre, l’amore per i suoi personaggi è palpabile, se lo guadagnano, all’interno dell’economia della storia, tanto più commettono errori e tanto più sono umani. Un ritratto possente della vita, un dramma della modernità questo Svaniti nel nulla. Un’elaborazione del lutto di un’umanità che non ha nemmeno una tomba su cui piangere. Che, in fondo, è l’ultima palpabile e tangibile consolazione per coloro che restano.