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Audrey Schulman, “Tre settimane a dicembre”. L’intensità delle emozioni…

Autore: Valeria Merlini
Testata: Panorama Libri
Data: 30 aprile 2012

Leggendo questo libro (in libreria dal 9 maggio) non potrete far altro che lasciarvi andare, farvi trasportare. Dalle parole che l’autrice, Audrey Schulman, usa così abilmente per accompagnare ogni lettore e condurlo per mano in Africa. Dove i colori, i suoni, le atmosfere sono come dovrebbero essere sempre: selvagge, indimenticabili, sorprendenti, infinite. A far da sottofondo musicale, immancabile, il pezzo di John Barry.

Tre settimane a dicembre (edizioni e/o) narra le vicende di due persone separate da 100 anni di storia, ognuna delle quali con la propria missione in Africa, e le cui vite si intrecceranno. Le loro storie prendono spunto dalla natura selvaggia e dalla vita degli indigeni per parlare anche di diversità e integrazione.

Sono entrambi, a modo loro, due outsider, improvvisamente collocati ad occupare due posizioni influenti. Jeremy, un ingegnere britannico del 1899, si deve occupare della costruzione della ferrovia e, se ci riuscirà, porterà la civiltà, ma anche la sofferenza, nell’Africa Orientale. Max, una promettente etnobotanica dei giorni nostri, se troverà la pianta che è stata incaricata di cercare salverà vite umane, ma porterà sicuramente all’estinzione gli ultimi gorilla di montagna rimasti.

Sia Jeremy che Max sono consapevoli dell’ingiustizia delle loro azioni e ciascuno di loro è attratto dalla possibilità di mantenere per qualche anno questo mondo indisturbato. Eppure nessuno di loro è tanto ingenuo da credere che la rovina alla fine non si rivelerà. Jeremy e Max sono anche due emarginati perché il primo è costretto a nascondere la propria omosessualità, mentre la seconda è affetta da una rara forma di autismo. Sono due solitudini che agli estremi di un secolo, nella natura incontaminata del continente nero, impercettibilmente si sfioreranno.