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Henryk Panas - Il Vangelo secondo Giuda

Autore: Irene Merli
Testata: Tribe
Data: 7 marzo 2007

Alzi la mano chi non ha letto o visto il Codice da Vinci? Quindi se si parla di Vangeli apocrifi si sa dove siamo: in un terreno proibito dalla Chiesa cattolica e pieno di mistero (cosa sarà vero, cosa sarà falso?). Nel 1972, molto prima di Dan Brown, lo scrittore polacco Henryk Panas provò a scrivere la storia di Gesù dal punto di vista di Giuda, basandosi su studi filologici di fonti al di fuori delle Sacre Scritture.

Ne è uscito un Vangelo curioso e molro umano, in cui si scoprirà che Giuda non si chiamava così, che era un ricco e colto banchiere egizio, che non tradì il Cristo per pochi denari né si suicidò. Che molto di quello che dicono gli evangelisti è vero, ma molto è inventato. E che Giuda seguì il predicatore delle Beatitudini per amore di una donna: Maria la prostituta, Maria bionda e con gli occhi azzurri come molti in Galilea, Maria la convertita che a sua volta amò Gesù fin dopo la morte e lo vide risorto.

Questo Vangelo è dunque la storia di un grande amore e di una grande speranza: quella di cambiare il mondo del tempo, l’occupazione romana, la corruzione dei grandi sacersoti, l’oppressione dei ricchi sui poveri. Perché poi il cosiddetto Iscariota credette nel Figlio dell’Uomo e raccolse tutti i racconti sulla sua vita e sulla sua morte, che secondo lui avvenne a cinquanta anni. E una cosa spicca tra le pagine come un lampo: la clamorosa descrizione degli occhi di Gesù, “profondi e grigi come una nube primaverile”.