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Intervista a Piergiorgio Pulixi

Autore: Ivo Tiberio Ginevra
Testata: Thriller Cafè
Data: 23 luglio 2012

Abbiamo recensito il suo Una brutta storia qualche giorno fa: seduto al bancone del Thriller Café oggi c’è Piergiorio Pulixi. Ci facciamo due chiacchiere…
[D]: Benvenuto su Thrillercafe.it, mentre il barman ti prepara qualcosa spiega un po’ ai nostri lettori come ti è venuta l’idea di scrivere il tuo ultimo romanzo Una brutta storia.
[R]: Stavo cercando del materiale per un’altra inchiesta e sono incappato in un articolo interessante. In un colpo solo erano stati arrestati sedici poliziotti, smembrando totalmente una Sezione di PS. Da lì mi sono incuriosito e mi sono documentato sul fenomeno della corruzione nelle forze di Polizia. C’era materiale per una serie e mi sono buttato. Ed Mc Bain ed Ellroy sono stati dei punti di riferimento per la creazione di un’intera Sezione di polizia con tanti personaggi. Poi ho capito che in realtà stavo andando oltre, stavo raccontando un’intera città vista attraverso gli occhi dei poliziotti, come accade soprattutto nel prossimo romanzo.

[D]: Il protagonista l’ispettore di PS Biagio Mazzeo è un uomo di dubbia moralità, diciamo pure che è un criminale, eppure nel corso del romanzo sfodera qualità umane e sentimenti forti soprattutto nei confronti della sua donna e del “branco”. Come hai tratteggiato un personaggio così complesso?
[R]: Ho cercato di creare un personaggio a tutto tondo, più verosimile possibile, analizzando una quantità di personaggi a mio avviso ben costruiti sia letterari che cinematografici ma anche legati al mondo dei fumetti. Ho notato che tutti avevano delle caratteristiche comuni a partire da Edipo o Ulisse, passando per Amleto o Raskolnikov, per arrivare che so a Harry Bosch di Connelly o Tony Soprano per citare una serie, e uno dei tanti tratti comuni è quello che io chiamo la “qualità del contrasto“. Sono tutti personaggi costruiti per contrasti: sono contraddittori, sono scissi tra forti sentimenti e codici morali che li portano a scelte sofferte; anelano qualcosa che potrebbe distruggere il loro equilibrio, portando il caos nelle loro vite, eppure continuano ad andare avanti, sbagliando, perchè appunto sono esseri imperfetti, sono uomini. Hanno tutti un passato che nel bene o nel male condiziona il loro presente, hanno segreti di cui dovrebbero liberarsi… Potrei andare avanti per ore ma mi fermo. Ho una grande passione per la drammaturgia e ho dedicato molto tempo ad applicarla al romanzo e alla costruzione dei personaggi.
[D]: Piergiorgio sappiamo che fai parte del collettivo letterario Sabot. Puoi spiegare a chi non conosce di cosa si tratta? E quali sono le difficoltà per uno scrittore come te di confrontarsi costantemente con gli altri colleghi?
[R]: Provengo dalla scuola di Massimo Carlotto che ha formato una squadra di giovani autori chiamata Collettivo Sabot che dopo un lungo periodo di letture e formazione – che non è mai finito e per fortuna continua – è approdato ad alcune pubblicazioni come gruppo e come singoli. Massimo ci ha aiutato a costruirci un solido bagaglio di cultura del genere noir e dell’aspetto più investigativo legato a quel filone letterario che prende il nome di “noir mediterraneo”, insegnandoci inoltre a lavorare di fino sulla meccanica delle trame, abilità in cui eccelle. Il nostro forte è la creazione e la discussione delle trame dei romanzi. Ognuno porta le sue idee che vengono poi messe al vaglio dell’intero gruppo che ci lavora e le “viviseziona” evidenziandone pregi e difetti. Avere un filtro costituito da varie persone ti aiuta ad approcciare il romanzo in maniera più efficace. La difficoltà la trovo solo quando ci capita di scrivere a più mani, e più che di difficoltà si tratta di avere un po’ di pazienza per mettersi sulla stessa lunghezza d’onda della persona o delle persone con cui stai scrivendo. All’inizio vorresti ucciderli, poi dopo un po’ passa…
[D]: In quanto tempo hai scritto il libro?
[R]: Tre anni e mezzo.
[D]: Cosa ami di più del tuo ultimo romanzo?
[R]: La profondità dei personaggi, il loro vivere al limite e i segreti che nascondono. Il taglio epico e il montaggio alternato. Le forti amicizie, lo spirito di fratellanza, e le scene di sesso.
[D]: Cosa cambieresti?
[R]: Aggiungerei una scena tra Sergej Ivankov e sua figlia Irina che mi è venuta in mente quando avevo già consegnato. Peccato.
[D]: Cosa ti è piaciuto maggiormente quando hai riletto il romanzo?
[R]: I dialoghi.
[D]: A quale dei personaggi del libro sei più affezionato e c’è qualcuno che ti somiglia?
[R]: Purtroppo non c’è nessuno che mi assomiglia quantomeno fisicamente. Anche i più bastardi hanno carisma da vendere e personalità forti, o comunque sono interessanti. Insomma, gente come Varga o Oscar Fortunato sono tipetti interessanti, con cui andare a farsi una birra e farsi raccontare un po’ di storie; Donna o Sonja, nelle loro diversità, sono donne per cui arriveresti a uccidere, quindi sono affezionato un po’ a tutti.
[D]: La frase: “L’amore mi ha reso debole. Non fare anche tu come me se non vuoi farti ammazzare” è il vero leit motiv della dimensione tragica e contestualmente epica di Una brutta storia, ma Tu, Piergiorgio Pulixi: cosa faresti per salvare la donna che ami?
[R]: Tutto
[D]: Ci puoi dare un’anticipazione sul romanzo che stai scrivendo?
[R]: I ragazzi della Narco sono in piena discesa agli inferi: i vertici vogliono smembrare la squadra di Mazzeo e trasferire tutti. Come se non bastasse in città si scatena una rivolta che tocca in modo particolare il dipartimento di Polizia. Un brutto omicidio manda in tilt politica e polizia. Il romanzo è ambientato in una settimana che segue i destini di poliziotti, giudici, politici, giornalisti e tanti altri che vogliono fermare la spirale di violenza e trovare il colpevole. Poliziotti buoni e corrotti devono in qualche modo fare fronte comune, e tutto culminerà in una notte che segnerà il destino della città e degli uomini che la difendono. E’ un romanzo corale di perdizione e redenzione, dove le donne hanno un ruolo determinante, e in cui Biagio deve affrontare il suo inferno interiore e i mostri da lui stesso creati.
[D]: Cosa non scriverai mai?
[R]: Un libro di cucina.
[D]: A cosa non puoi rinunziare quando scrivi?
[R]: Caffè, Virgin Radio, e dell’esercizio fisico che mi permetta di staccare la spina dal romanzo.
[D]: Chi è Piergiorgio Pulixi uomo e quali sono i suoi desideri?
[R]: Devo ancora capirlo, mettiamola così.
[D]: Consiglia un libro per l’estate e uno per la vita.
[R]: Sono un suggeritore indisciplinato quindi ne consiglio più di uno. Per l’estate: “Ferro e fuoco” di Romano de Marco, “Nella carne” di Sara Billotti e ti direi il prossimo di Massimo Carlotto che, credimi, è una vera figata ma purtroppo uscirà solo l’anno prossimo. Per la vita: “Il conte di Montecristo”, “Shella: il buio nel cuore” di Andrew Vachss, e FL’oscura immensità della morte” che è un capolavoro sulla vendetta.