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Vite di una not conventional family

Autore: Piero Ferrante
Testata: Foggia e Foggia
Data: 23 luglio 2012

Da qualche parte, lassú nel grande Olimpo della letteratura, qualcuno deve aver deciso di sorprenderci. Non si spiegherebbero altrimenti la discesa, qui nel Regno di noi lettori, del Messia Piergiorgio Pulixi e il suo piccolo miracolo 'Una brutta storia', terzo tassello della collana Sabot/age di E/O (quella, tanto per intenderci, diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto). Un esordio letterario, quello dello scrittore cagliaritano, fulminante come un frigo immerso nell´acqua ghiacciata di una vasca di bagno. 'Una brutta storia' é qualcosa di simile ad un romanzone epico. Una saga in cui amore, odio e rabbia muovono le vicende di ventidue antieroi feroci, ventidue uomini e donne in divisa, ventidue poliziotti della Narcotici, ventidue belve col distintivo che, sotto l´egida dell´ispettore superiore Biagio Mazzeo, utilizzano il potere della legge per violentarla, scavalcarla, umiliarla.

Le loro vite pulsano all´unisono: stesso marciume, stesse paure, stesse debolezze. Stesso passato difficile. Insieme, costituiscono una not conventional family, incollata dall´interesse e sottomessa ad una rigida condizione di fedeltà. La banda di Mazzeo detiene il monopolio criminale di una cupa città del Nord Est: controlla il mercato della droga, gestisce locali, taglieggia alti vertici istituzionali, commissiona rapine, pulisce denaro sporco, corrompe e si fa corrompere, mette in scena false operazioni di polizia. I loro metodi sono spietati: all´interno, dove le spie non sono ammesse. Per chi tradisce, non c´é perdono se non quello che passa per il piombo rovente d´una pistola.
E all´esterno, con i rivali, che 'la famiglia´ annichilisce e annienta con la stessa naturalezza del respirare. Almeno fino a quando, per una tragica fatalità, nel corso di una rapina finita male, viene accoppato un mafioso ceceno, Goran Ivankov, fratello di Sergeji, ex guerrigliero e capo dei capi d´oltre Urali. La guerra di mala che scaturisce é una carneficina, in cui ogni mezzo diventa lecito.

Pulixi dipinge scene da moderna e truculenta Odissea suburbana e le immerge in scenografie da periferia del mondo, sfoglia un campionario umano vasto e certosino, conia un lessico underground e vagamente pulp, ricalca modelli noir da serie tv statunitensi (The Shield) e francesi (Braquo) e li applica all´Italietta del terzo millennio. Stende un libro senza pause, e, per quanto apparentemente bislacco per un tomo di 430 e rotte pagine, sans maquillage. Nel vorticare delle pagine, succede tutto. E questo tutto succede sempre. Pulixi gioca con il lettore come lo psicanalista con il paziente. Lo accomoda, lo carezza, lo blandisce, lo proietta in una realtà rutilante.
Solo, alla fine, fa di piú: lo lascia in sospeso, in attesa di una prossima seduta. Mazzeo tornerà, eccome se tornerà. Nel suo destino c´é buona parte del futuro del noir italiano.