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Lupi di fronte al mare

Autore: Riccardo Vittadello
Testata: Sugarpulp
Data: 30 agosto 2012

“Lupi di fronte al mare” è il primo noir scritto da Carlo Mazza: è ambientato in Puglia ed in particolar modo a Bari.
L’autore riesce a far emergere le peculiarità del territorio ponendo in evidenza gli stili di vita e le tipicità che lo animano: in questo modo definisce uno specchio in cui ogni città della penisola potrebbe, purtroppo, veder riflessa la propria immagine visti i fatti, più o meno noti, di cronaca diffusi in un recente passato. Bari è dunque spettatrice silenziosa di episodi legati ai “salotti buoni”, alla “malasanità”, alla malavita con scandali e scorciatoie atti ad assicurare, a pochi, potere e ricchezza.
Tutto ciò trova vita attraverso una stesura asciutta e spumeggiante, con un ritmo mai blando e imperniata su due livelli: il primo, è rappresentato da un fatto di cronaca nera, e cioè l’uccisione di un docente universitario dalla fama senza alcuna crepa, persona autorevole, retta e assolutamente non incline ai compromessi. Attorno a questo episodio affiora, via via, un contesto intriso di affari sporchi saldati alla politica, alla sanità (quella “malata”) e all’organizzazione criminale. La macchina che garantir in modo sistematico ai soliti pochi cospicui benefici senza soluzione di continuità e che si basa su una corruzione sistematica congiunta ad una gestione clientelare.
Quei “pochi”  non sono altro che un gruppo di professionisti “perbene”, capeggiati dall’avvocato Spadaro, abituati al raggiro e abili nel distribuire menzogne ben confezionate e credibili. L’attività legale che permette loro di mascherare tutte le altre illecite è rappresentata da un istituto di credito, fortemente radicato nel territorio, di cui l’avvocato è il membro più autorevole del consiglio di amministrazione. La banca, però, è di proprietà di un banchiere francese, tenuto all’oscuro di tutto, deciso ad attuare un piano di ristrutturazione indispensabile per concretizzarne la vendita futura: d fronte a questa minaccia i “furbetti”cercheranno, con qualsiasi mezzo, di evitare che il “sistema” veda la fine.
Il secondo livello, invece, è legato al comandante dei carabinieri Bosdaves, il protagonista principale de romanzo, le cui vicende personali coinvolgeranno il lettore e che entrano ed escono dalla storia durante l’indagine in un intrigante gioco di piani alternati.
Inizialmente, il profilo del personaggio è macchiato da ombre e parecchi aspetti negativi, in perfetto stile noir, ma proprio queste debolezze lo rendono “uno di noi”, come se abitasse nel nostro condominio. Grazie all’intervento di una donna, una giornalista, il comandante trova però nuovi stimoli per provare, piano piano, ad invertire la tendenza. Prima viene rasserenato dal fare materno di lei che gli permettere di riprendere coscienza delle proprie capacità, poi con il suo modo d’essere frizzante, spavaldo e provocatorio, tipici della sua età stimola Bosdaves a dar il meglio di sè, affiancandolo nelle indagini e fornendogli “dritte” necessarie per la soluzione del mistero.
Nonostante queste premesse, però, non è detto che il carabiniere riesca a ricomporre, correttamente, tutti gli indizi raccolti sciogliendo l’enigma.
La presenza di altri personaggi dalle vite variopinte e dalle movenze bizzarre, abilmente mescolati tra loro, conferiscono allo scritto quel tocco di autenticità fondamentale per renderlo reale. Leggerlo sarà, un po’, come entrare nel bar principale di qualsiasi paese dove, usualmente, si mescolano sia persone sia storie umane.