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Intervista a Claudio Morici

Autore: Enzo Rammaione
Testata: Rockerilla
Data: 10 maggio 2012

Una storia dove gira tutto al contrario, una crisi economica che spazza via tutto, una città si differenzia dalle altre, lì non c'è preoccupazione, nessuna progettualità, alcol e droga come se piovesse. Che terra promessa è quella che ci descrivi?

La città del romanzo è una proiezione mentale, credo. Di quelle persone che negli ultimi 10-15 anni hanno lasciato il loro paese per andare a vivere altrove. Mi riferisco agli europei. C'è un vero e proprio fenomeno emigrativo. Perché ce ne siamo andati? Certo non per sfuggire alla povertà o alla guerra, né tanto per fare carriera, alla fine. Abbiamo reagito a una sorta di tilt culturale. Ma in realtà c'è sotto  qualcosa di più “misterioso”. Qualcosa che ancora non abbiamo digerito. La città del romanzo è il posto “impossibile” dove avremo voluto tutti posare la valigia.

La protagonista femminile è Jenny, una ragazza appena arrivata, diversa dalle altre e , giustamente, il protagonista se ne innamora. Quello che nasce trai due è una storia d'amore a dir poco ardimentosa e senza ossigeno. Che ne dici?

Lui è uno del posto. Lei è “appenarrivata”. Nel gioco del libro è come se un calciatore si fosse fidanzato con una studentessa di Chimica fuoricorso, che balbetta. Quest'esperienza muta radicalmente il protagonista, il suo modo di percepire il mondo e di vedere il futuro.

C'è poi un'altra figura emblematica, che dà il titolo al romanzo. Un uomo che non fa nulla da anni se non starsene seduto su una panchina. Un Buddha rivisitato e pittato? Come ti è venuto in mente l'uomo d'argento?

Quando stavo in Messico, facevo a gara con i vecchietti sulle panchine. Mi ci sedevo accanto e aspettavo. Vogliamo vedere chi è più bravo a non fare niente? Ogni tanto mi mandavano sorrisi, mi salutavano con la mano: era chiaro che anche loro sentivano la competizione. Ma non facevano davvero un cavolo dalla mattina alla sera: vincevano sempre loro. Io a un certo punto mi alzavo e andavo a fare qualcosa. Ma verrà il mio giorno, me lo sento.

Sei un viaggiatore infaticabile, sempre lo zaino in spalla, e decine di foto postate di fb delle tue camere per poche notti. Cosa ti piace di più di questo tuo girovagare?

Beh, in realtà sono piuttosto faticabile. Ora sto a Roma per un po', la vivo come una sorta di quarantena in cui devo capire molte cose. Anche cosa mi piace tanto di questo mio girovagare.

Quando riesci a scrivere? E cosa porti con te sempre nei tuoi spostamenti?

Da quando sono tornato non riesco più a scrivere. Troppa gente troppo vicina, il traffico, cose di questo genere. Per i cinque anni precedenti ho scritto una media di 5 ore al giorno. Con il portatile in biblioteca, al bar, o nella stanza in cui dormivo. Poi mi piacciono molto gli Internet point. 

La mia domanda marzullesca: ultimo cd ascoltato e libro letto?

L'ultimo cd è uno del Teatro degli Orrori. L'ultimo libro Il tempo è un bastardo, della Egan, che stanno leggendo tutti e fanno bene.