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Se l'agiatezza si conquista con il crimine

Testata: Il Corriere Nazionale
Data: 5 ottobre 2012

No, non è una donna qualsiasi, ma è una che ha imparato la lezione di una certa società per cui sa che non ci si può fidare di nessuno perché “mentre combatti una dura battaglia, mentre giochi una partita difficile, non puoi scoprire le carte, ti è vietato offrire la schiena”. Nasce così “Vita segreta di Maria Capasso”, il nuovo romanzo di Salvatore Piscicelli, critico cinematografico, sceneggiatore e regista ( suoi sono “Immacolata e Concetta”, “Le occasioni di Rosa” ): un romanzo che ruota intorno a questa giovane donna napoletana – personaggio emblematico di una scalata sociale cinica e spregiudicata –  che, rimasta orfana in tenera età, si arrangia a vivere facendo la manicure in un centro estetico accanto al marito, un operaio, ma guarda altrove e punta in alto. Il tran tran della vita quotidiana di Maria subisce paradossalmente una brusca accelerazione quando il marito si ammala di tumore e lei scopre che, pur amandolo, può – anzi deve – costruirsi una storia parallela e non alternativa con un equivoco commerciante che ha le mani in pasta con il traffico di cocaina. Con lui Maria scopre un mondo nuovo: un mondo nel quale il crimine è uno strumento per far quattrini, la ferocia è condizione basilare per conquistare un ruolo di potere, l’etica va cancellata liberandosi da ogni senso di colpa. Solo a queste condizioni Maria Capasso riesce a realizzare il suo sogno: dare a se stessa e ai suoi figli una bella casa, un tenore di vita agiato, un vero riscatto sociale. Ma è un sogno che ha anche altri risvolti: di dolore, di angoscia, di pericoli. La vicenda, che si snoda con le sequenze di un thriller,  porta il lettore a conoscere i segreti della vita di Maria, ad immedesimarsi, a condividerli, a giudicarli,  a prenderne le distanze. Fino all’ultima pagina.