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Lavoro in "noir"

Autore: Franco Marcoaldi
Testata: La Repubblica - Almanacco dei Libri
Data: 28 aprile 2007

Di recente il mondo del lavoro è tornato al centro dell’attenzione pubblica. Per un motivo orribile: il moltiplicarsi delle morti bianche. Il rischio, come noto, è che trascorsa una congiuntura particolarmente negativa, la questione si allontani nuovamente dai riflettori e dunque tutto continui come prima. Anche per questo segnalo volentieri un libro, peraltro ambientato in Francia, e che non parla specificamente di morti bianche, ma che ci racconta comunque la durissima vita dei cantieri. Riuscendo così a tenere alta l’attenzione su un mondo ancora pieno di soprusi e di angherie, del quale troppo spesso ci dimentichiamo.

Se questo libro riesce nell’intento, è perché si tratta di un romanzo assieme sanguigno e e visionario, sostenuto da una lingua decisamente originale, ottimamente restituita in italiano dalla traduzione di Yasmina Melaouah: Blues di Banlieue di Nan Aurousseau (edizioni e/o). Da una breve nota editoriale sull’autore, scopriamo che Aurousseau, figlio di un meccanico manovratore e di una lavandaia, è del ’51. E che ha imparato il mestiere di idraulico dopo sette anni di detenzione per rapina, durante i quali ha letto a più non posso trasferendo poi sulla pagina scritta la sua esperienza sui cantieri. E non solo quella. Perché la cosa più riuscita di questo noir da cui non ci si stacca fino alla fine delle pagine è proprio il continuo andirivieni musicale tra il presente e il passsato, tra la realtà esterna e le ossessioni mentali del protagonista, che finisce per lambire la follia.

Memore del dettato di Cechov – lo scrittore deve occuparsi soltanto di ciò che conosce per esperienza diretta – Aurousseau mescola con naturale sapienza idraulica e poesia, violenza e senso dell’amicizia, sesso e tenerezze amorose. Sempre, ovviamente, al tempo del blues.