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Non passare per il sangue

Autore: Francesco Botti
Testata: Francesco Botti
Data: 12 novembre 2012

Eduardo Savarese ha scritto un bel libro. Selezionato al Premio Calvino 2010 con il titolo L'amore assente è stato pubblicato da Edizioni e/o con il titolo Non passare per il sangue.
Eduardo è uno scrittore, un magistrato e un insegnante di scrittura.
Non passare per il sangue è una storia tutta italiana.
Afghanistan, omosessualità, segreti di famiglia.
Argomenti talmente ampi da dover essere necessariamente conciati. Come si fa con la carne selvatica per renderla commestibile per un pubblico talvolta ghiotto, talvolta sofisticato.
Il succo del romanzo è l'amore. O meglio, la lotta per la comprensione e la metabolizzazione di quello che la carne umana fa succedere e la legittimazione di tutte le sfumature che ne conseguono.
Un'impresa che sembrerebbe non facile, che potrebbe aprire e non chiudere temi e riflessioni, ma l'abilità di Eduardo Savarese sta nella misura e nella sobrietà che induce a una commozione dignitosa e consapevole.
La nonna Agar, le sue asprezze. Gli occhi accesi di Marcello. Il tormento virile di Luca.
Mamme, figli, padri sepolti nella memoria come soldati poco fortunati.
Nessuna condanna, nessuna assoluzione.
Si parla di sangue come luogo dove scorrono le emozioni e i dolori. Sangue e carne come vincoli familiari, obbedienti a leggi ancestrali dure a morire. I ricordi, immanenti nella vita dei protagonisti sono gli agenti che scavano, ricercano e fanno affiorare la verità squarciando la precaria certezza della realtà.
Non passare per il sangue inizia in un denso impasto di avvenimenti e sospetti che si sciolgono con una disarmante eleganza. Colori, odori, accenni storici solamente funzionali all'immersione totale all'interno dell'animo umano, nell'intento di narrare di quanto certi sconvolgimenti esistenziali siano occasioni di rinnovata lucidità e coraggio.