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David Foenkinos, Le nostre separazioni

Autore: Jacopo Cirillo
Testata: Finzioni
Data: 12 febbraio 2013

L'immagine di Twitter della balena sorridente portata in aria dagli uccellini mi ha sempre incuriosito. Perché mai, mi dicevo, l'illustrazione di piccoli volatili che tirano su di peso Moby Dick dovrebbe significare che twitter è in over capacity? Forse che gli uccellini siamo noi e la balena è Twitter? O che noi siamo le balene? O addirittura che noi siamo il mare, persi tra le onde degli hashtag sugli One Direction, gli uccellini sono i tweet intelligenti e la balena è un'allegoria dei server che fanno girare la baracca?

Finalmente ho capito tutto grazie a Le nostre separazioni, un libro di David Foenkinos. E' andata così: appena l'ho avuto in mano ho chiesto al mio amico Giulio Passerini, che di libri ne sa lunghissima, cosa ne pensasse, e lui mi ha prontamente risposto (ovviamente via twitter):



"L'anello mancante fra un bignè e un giro di giostra". Grattandomi il capo, mi sono buttato tra le pagine per scoprire questo stranissimo ibrido con dei cavallucci meccanici al posto delle braccia e una ciliegina rossa sul naso. E invece di quello ho trovato una balena e degli uccellini che, elegantemente, la tiravano su.

La balena è la storia, su due livelli. A livello letterario questo è un libro normale, classico, piano. Prima persona, succedono delle cose, poi ne succedono altre e poi finisce. Scritto bene, divertente e tutto il resto. A livello narrativo la storia raccontata in questo libro è ancora più normale: lui incontra lei, si innamorano, litigano un po' ma comunque sono contenti, poi c'è un'altra, poi si lasciano, lui sta male, il caso ci mette lo zampino e il resto lo leggete voi.

E perché dovreste leggere il resto? Ma per gli uccellini: piccole situazioni, immagini, invenzioni, idee, leggère, aeree, volatili, che punteggiano il libro con una ammirabile continuità dalla prima all'ultima pagina e lo tirano su, lo rendono speciale, com'è speciale una balena che vola.

Non posso certo raccontarli qui, altrimenti sarebbe come tagliare le cordicelle che tengono sospeso il cetaceo; ne riporto solo uno, giusto per capirci. Paul, il migliore amico di Fritz, il protagonista, racconta a un certo punto come si è conosciuto con la sua fidanzata Virginie. E' andata così: erano a una festa piena di gente con un sacco di cose da mangiare. Tra tutto quel ben di dio troneggiavano delle tartine al salmone. L'orda famelica degli invitati le spazzola via in poche secondi ma sia Paul che Virginie non sono grandi amanti del salmone, dunque si buttano sul resto. Ora, si scopre che il salmone era andato a male e tutti gli astanti iniziano a cadere per terra in preda a crampi lancinanti. Tutti a parte Paul e Virginie che rimangono gli unici highlander in piedi mentre gli altri crollano come castelli di carte. E si ritrovano uno davanti all'altra, e forse non si sarebbero mai notati a quella festa, e si innamorano.

D'altra parte come fai a non innamorarti dell'unica persona rimasta in piedi in tutta la sala? D'altra parte come fai a non leggere un libro che racconta di una balena portata a spasso da un sacco di uccellini?