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Mila, la sanguinaria 'fragile'

Autore: Giuliano Ramazzina
Testata: Il Resto del Carlino
Data: 22 marzo 2013

Dalla 'Ballata di Mila' alla 'Regina Nera', sempre Mila in versione giustiziera, libro uscito ieri nella collana sabot/age ( e/o editore, 16 euro), Matteo Strukul, 40enne, rilancia un personaggio affascinante attorno al quale ruota una storia condita di spezie pop e salse piccanti pulp. Un must adrenalinico. Stasera il libro sarà presentato al Centro San Gaetano a Padova alle 18 e in maggio sarà il piatto forte a Rovigo alla Fiera del fumetto. Mila, ritorna, ma ci sono delle novità? «Regina Nera comincia dove fibnisce la Ballata. Stavolta il libro tratta la sopraffazione delle donne da parte degli uomini». del femminicidio». Insomma, uomini che odiano le donne? «Direi di sì. Oltre a Mila ci sono altri personaggi come una candidata premier che viene ridotta in fin di vita, vittima di un complotto, poi c'è una sorta di satanisti metallari che teorizzano la violenza fisica contro le donne, c'è una ragazzina che viene rapita. Descivo la manipolazione all'interno del gruppo, molto chiuso e violento». Mila è una vendicatrice che si esalta nel sabotaggio. In quale contesto? «Mila è un personaggio approfondito attraverso la dimensione di non riuscire a superare ciò che le è accaduto. Qua la dimensione è più onirica, riconducibile ad un incubo in cui incontra storie tragiche di donne. Un rimando potrebbe essere quel tipo di narrativa gotica tedesca che interseca in modo moderno una storia pop e pulp. A livello di atmosfere il romanzo è più cupo rispetto al precedente ». Dal Delta del Po al monti della Lessinia, lo sfondo è sempreunelemento importante? «Stavolta infatti c'è la Lessinia e la Val d'Alpone, il Veneto è sempre presente. La cronaca è quella. C'è in un capitolo il racconto della giornata avvenuta in piazza dei Signori a Padova, un se non ora quando con donne in piazza». Il tuo stile quindi non può prescindere da un plot che attinge dalla realtà? «Carlottianamente. E' vero che lui mi ha insegnato ad avere ben presente la realtà sociale e criminale. C'è l'attenzione per un territorio veneto che certi versi paga lo scotto dell'industrializzazione selvaggia, ma che resiste per la sua bellezza». Mila è corpo, un'eroina androgina che castiga, ma qua appare più 'umana'. Non è per caso una Teresa Batista stanca di guerra? «Lei è un'arma. In questo romanzo la decrivo più fragile. ma resta la dimensione da superdonna legata da un mondo fantastico che si ispira a personaggi cinematografici e della letteratura, penso a Tarantino, alla Lisbeth di Larsson ma anche alla Clorinda del Tasso».