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Sicilia, sapori e colori a Salina, di Massimo Maugeri

Autore: Manuela La Ferla
Testata: LatitudesLife.com
Data: 6 maggio 2013

Crogiolo di cultura

Blogger tra i più seguiti e amati, autore, giornalista, Maugeri è in realtà un tramite infinito di parole, sue sulla carta, prima di tutto, ma anche via etere per le trasmissioni radio che cura, per le parole degli altri, che ama mettere in contatto come un catalizzatore di cultura, quale da sempre è. Il suo nuovo romanzo: Trinacria Park, appena uscito per la E/O, tra le poche case editrici che continuano imperterrite a far autentica ricerca editoriale, è «storia di ordinaria follia isolana» ambientato a Montelava: una piccola isola siciliana che nel passato è stata preda dell’edilizia selvaggia e dell’industria siderurgica, e che ora si tenta di riconvertire dal punto di vista turistico attraverso la costruzione di un enorme parco tematico. L’isola in questione naturalmente non esiste: Montelava è solo frutto dell’immaginazione dell’Autore. Nella realtà, di piccole isole abitate che gravitano intorno alla Sicilia ce ne sono ben diciotto: località bellissime, tutte meritevoli di essere visitate. Da Linosa, vulcanica e colorata con le sue case a picco sulle rocce, a Lampedusa, tanto bella quanto usurpata al turismo dalla drammatica emergenza delle navi di migranti, a Pantelleria, profumata come i dammusi che la abitano. Fino alle Eolie, altrimenti celebrate da Nanni Moretti in «Isole», fulcro mobile del suo indimenticato Caro Diario. Ed è proprio alla più bella tra queste: Salina, che è dedicato il ritratto che Maugeri ci regala.

Sapori e colori di Salina

Se dovessi scegliere un’isola tra le tante che contornano la Sicilia, non avrei esitazioni nell’indicare Salina (isola dell’arcipelago delle Eolie, nel messinese, seconda per estensione e popolazione dopo Lipari): un luogo che può vantare la compresenza di mare e monti (vulcani spenti) dall’altezza considerevole. Tra questi spiccano la “Fossa delle Felci” (962 metri) e il “Monte dei Porri” (860 metri).  Di Salina conservo con nostalgia il ricordo di strade che si inerpicano su per i pendii offrendo, soprattutto in alcuni punti, la possibilità di godere della vista di panorami indimenticabili: gustatevi un tramonto, in periodo primaverile o estivo, dalla baia di Pollara e desidererete rimanere lì per sempre. Certo, i problemi non mancano. Negli anni scorsi si è più volte denunciato il processo di erosione del mare che, in combinazione con il ripetuto crollo dei massi che si staccano dal costone sovrastante, ha notevolmente ridotto la superficie della spiaggia di Pollara. Così come sono stati causa di grandi polemiche alcuni progetti turistico-alberghieri, tacciati di speculazione edilizia, che miravano a insediarsi proprio in prossimità dei luoghi dove si girò Il postino, il film di Massimo Troisi  (dove l’isola ha svolto il ruolo di set naturale). Al di là delle problematiche in corso, Salina è senz’altro un luogo di cui è facile e bello innamorarsi. E che i buongustai non si perdano per nulla al mondo una delle specialità di Lingua, piccolo paese di pescatori a sud di Santa Marina Salina: la granita di gelsi di Alfredo. Se poi l’appetito è considerevole, conviene far precedere la degustazione della granita dal cosiddetto “pane cunzato” (pane condito): un’enorme mezza pagnotta cotta artigianalmente e condita con pomodorini, origano, capperi (nelle varianti con tonno, ricotta infornata, melanzane e atri prodotti tipicamente salinari). Questo e tanto altro troverete a Salina. E che nessuno osi pensare di progettare e costruirci un “Trinacria Park”. Ma questo è solo un monito, non una minaccia.