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Il ritorno di Sanantonio, “Je suis le commissaire Sanà”

Autore: Felice Laudadio jr.
Testata: La Repubblica / Bari
Data: 21 maggio 2013

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Da un uomo, francese, con tanto di distintivo ufficiale, ad una donna, italiana, operatrice di sicurezza in incognito. Anche lei un bel personaggio, una tipa tosta transitata in fumetti e video. Quanto al libro (“Regina nera. La giustizia di Mila”, 206 pag. 16 euro, Collana è Sabot/age delle Edizioni E/O, diretta da Massimo Carlotto), il posto sugli scaffali è lo stesso, tra polizieschi e thriller. L’autore è Matteo Strukul, non certo nella sua identità di dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, ma in quella barbuta e baffuta di scrittore padovano di noir molto pulp. Lei è Mila Zago ed è uno schianto, ma forse è il caso di lasciarla stare, perché quando non morde con le parole, taglia con una katana, la spada dei samurai. Ma è italianissima, come si capisce dalla maglietta con la scritta “Le ragazze ti spaccano il culo”, indossata nel primo romanzo, “La ballata di Mila” (sempre Sabot/age, 2011). Vive nel Nord Est: statura media, capelli rasta rossi, occhi verdi, gran seno, stretto da top e giubbotti striminziti, sopra pantaloni aderenti come una seconda pelle. Curve pericolose.

La vita l’ha resa cinica e letale. Madre fuggita senza retropensieri, padre oberato di lavoro, cresciuta dai nonni paterni. Quattro rapinatori le uccidono il papà e la violentano. Da qui la svolta. Auto addestramento, training feroce, armi e poligoni la rendono un “predatrice, una guerriera perfetta”, cacciatrice di taglie per conto di un’agenzia segreta per la sicurezza europea. Donne le vittime, donna la vendicatrice. In un bosco del Trentino un cadavere torturato e con gli occhi cavati. Ad un’altra sparano e la spediscono in ospedale (le rapiranno anche la figlia): un tentato femminicidio eccellente, infatti si tratta di Laura Giozzet, la prima candidata premier italiana. Mila è impegnata a rimettere tutto in ordine, a modo suo. Tortura e insanguina anche lei, perché sa che deve affrontare una violenza ancora peggiore, oltremodo spietata: quella degli uomini.