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Libri: "Salvare Mozart" per salvare mondo, esordio di un ex 007

Testata: AGI
Data: 12 ottobre 2013

(AGI) - Roma, 12 ott. - "Chi salva una vita, salva il mondo intero". E chi salva la musica, la bellezza delle note contro l'oppressione delle marcette militari, una capolavoro di Wolfgang Amadeus? Otto Steiner, il protagonista di "Salvare Mozart" (edizioni E/O), meriterebbe un posto nel Giardino dei Giusti benche' nel mirino delle sue gesta, raccontate in questo primo romanzo di esordio dall'ex 007 israeliano Raphael Jerusalmy, non vi sia il soccorso prestato a una vita.
  L'obiettivo della sua complessa trama di salvataggio nella Salisburgo violata dai nazisti e' l'anima di un popolo, racchiusa in musica, in ritornello popolare, in un motivetto yiddish.
  Otto Steiner, critico musicale, tiene un diario, nel quale annota i giorni del proprio soggiorno in un sanatorio nel biennio 1939/40. Vede alcuni pazienti coetanei portati via dalla tubercolosi, altri dalla polizia nazista. Otto Steiner, spiega Jerusalmy all'AGI, "e' un ebreo    come ce ne sono tanti ancora oggi, cioe' un ebreo non tanto sicuro della propria identita' ebraica, del proprio ebraismo e che esita a scegliere tra assimilazione, essere cittadino del mondo, ateismo da un lato e dall'altro il coltivare la propria tradizione e la propria cultura sebbene sia un non credente, un non religioso".
  La Shoah lo riguarda, perche' essa "riguarda tutti gli uomini e non solo gli ebrei". E dalla Shoah non si puo' prescindere.
  "Per me -sottolinea Jerusalmy- scrivere sulla Shoah equivale a scrivere sul mistero dell'Universo e dell'esistenza di Dio, e' un argomento inesauribile. Probabilmente non avremo mai la risposta a questi interrogativi ma l'importante e' continuare a porli. Ma il thriller, il giallo, sono le forme di narrativa piu' adeguate per raccontare l'dentita' ebraica? "Nel mio romanzo -risponde- l'identita' ebraica non e' tema principale: la mia storia racconta la battaglia di un personaggio contro quella che lui percepisce come un'ingiustizia. Nel mio personaggio l'ebraismo e' laterale: certo, in quelle circostanze storiche e' ebreo ma sarebbe potuto essere sardo o siciliano".
  Otto Steiner (la cui silenziosa e paziente sopportazione del nazismo ricorda quella del brancatiano Aldo Piscitiello nel "'Vecchio con gli Stivali", tormentato dal fragore di invadenti e rozze parate fasciste) ordisce un'operazione complessa, articolata, pur di "salvare Mozart". E quell'operazione Jerusalmy, ex agente dell'intelligence militare israeliana e oggi libraio antiquario, la coordina e condisce con l'esperienza di uno 007 un po' beffardo.
  Altri agenti segreti, come Graham Greene o John Le Carre', si sono dedicati alla narrativa. Perche' a un certo punto della vostra vita, voi spioni sentite il bisogno di scrivere, e di scrivere per un pubblico? "E' molto semplice -risponde Jerusalmy- per anni e anni ti e' proibito raccontare un mucchio di cose perfino alla moglie e ai figli. Alla fine della carriera ti senti dentro una voglia di rivincita e di raccontare tante cose che conosci, che sai. Nel mio caso, nel caso di "Salvare Mozart", il racconto e' in qualche maniera un modo di trasporre con un codice esperienze vere che io ho fatto durante la mia carriera in Medio Oriente". E se Israele le chiedesse di tornare a rendere un servizio al paese? "Sarei costretto a dir di si' ma significherebbe anche che Israele si trova in brutti guai", afferma lo scrittore, che dice di apprezzare "moltissimo" tre autori italiani: Dino Buzzati, Primo Levi e Umberto Eco. Raphael Jerusalmy e', lui stesso, un personaggio letterario: ex 007 e libraio antiquario. E, mentre porge all'intervistatore un bigliettino da visita che indica semplicemente una libreria senza indirizzo a Tel Aviv, sorride mentre gli viene chiesto se in realta' non sia lui la 'spia perfetta'. "Forse, ma la mia carriera di spia era fatta per dissimulare quella di cercatore di libri. E poi -chiude, con umorismo decisamente ebraico- se dovesse trovarsi di fronte a tre israeliani, tenga a mente che uno di loro e' un artista, l'altro e' una spia e l'ultimo e' entrambe le cose insieme".