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E vissero tutti sposati e contenti

Autore: Virginia Grassi
Testata: Luuk Magazine
Data: 16 febbraio 2014

«Pensa solo a tutte le cose patetiche che potremo fare» disse. «Potremo guardare insieme i programmi di cucina, e parlare di tende, e avere amici davvero noiosi. E potremo andare a letto presto – non per fare sesso, solo per dormire». Sospirò. «È quello che ho sempre desiderato».

Il matrimonio secondo Dan Rhodes: tragicomico, eccentrico, talvolta inquietante, talvolta grottesco, talvolta stranamente tenero.
Dopo la valanga di leziosità che ci ha travolto per San Valentino, il dissacrante humor di questo promettente autore inglese non può che rinfrancare gli spiriti. Del resto, non è un caso se, oltre ai numerosi premi letterari vinti, nel 2010 il Daily Telegraph lo ha nominato tra i migliori scrittori britannici under 40.
Oggi arriva in libreria grazie ad E/O con “Sposami – Manuale di sopravvivenza alla vita di coppia”: 80 racconti brevi, talvolta brevissimi, che – letti tra una pausa caffè e una sigaretta, nel trantran di un paio di fermate di metro, o più comodamente seduti in poltrona – non possono che risollevare una giornata uggiosa (o fin troppo rosa).
La struttura reiterata di ognuno di essi non fa che sottolineare l’arguzia dei bon mots con cui si chiude ogni episodio: un io narrante maschile che si ritrova sempre attorcigliato nelle complessità di relazioni, fidanzamenti e cerimonie. E poi eccola lì, fulminea e dissacrante: una chiusa di spirito, tra malinconia e soda caustica. E sempre con una punta di misoginia che vuol giocare con il politicamente scorretto.
Sulla pagina sfilano donne dai nomi improbabili – come Arnemezia, Anemone, Maranatha, Alanta –, unicorni e struzzi ingioiellati, carri da parata carichi di ex, voti pronunciati lanciandosi con il paracadute da 3000 metri di altezza, test di paternità, ibernazioni, fanciulle perfette (ma solo dopo la lobotomia), inquietanti grafici sulla lunghezza dei capelli della futura sposa, coppie che spendono tutto quello che hanno per il matrimonio perfetto da ricordare in eterno (salvo poi andare a dormire sotto i ponti, letteralmente). Una narrazione condotta in punta di penna che possiede il gusto del paradosso e della pernacchia: in fin dei conti, dopo esserci scambiati una promessa di fedeltà eterna, «Non vorremo mica prendere tutto troppo sul serio, vero?».
Imperdibili dettagli ad accoglierci sulla soglia della lettura, la dedica «Per le impalmabili, ovviamente» e la citazione in epigrafe di Georege Bernard Shaw che l’autore in nota chiosa con: «Non ho la minima idea di cosa ciò significhi, ma sono sicuro sia molto sagace».