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Elena e Lila, l'età adulta è amara

Autore: Antonia Arslan
Testata: Famiglia Cristiana
Data: 21 febbraio 2014

Scrivere sotto pseudonimo è uso antico; a volte, come in Kierkegaard, i diversi nomi - spesso beffardi - distinguono le direzioni della sua riflessione filosofica. Un romanzo di cui l'autore è ignoto si presenta nudo alla lettura. E dunque si rivela compiutamente nella pura scrittura. Il nome "vero" dell'autore, sembrerebbe, non importa poi tanto. Eppure, se un libro ti penetra dentro, vorresti in qualche modo familiarizzare con chi l'ha scritto...
Non è il caso dei libri di Elena Ferrante. Non sappiamo chi sia, e non importa: i suoi sono affascinanti monoliti chiusi in sé stessi, non si aspettano amicizia, ma piuttosto la silenziosa, fervida stima del lettore appassionato. All'interno di un universo chiuso, anche se pieno di personaggi caldamente meridionali, ma sfuggenti, o settentrionali un po' algidi, la cosa più reale è il rapporto intenso, quasi osmotico, che unisce Elena e Lila, le due ragazzine di un rione di Napoli che sono le protagoniste assolute della trilogia L'amica geniale, che si conclude con quest'ultimo libro.
Qui tuttavia Elena e Lila ormai vivono lontane. Elena si è laureata alla Normale, è immersa nel turbine frenetico degli anni della contestazione, vive a Firenze, scrive, sposa un professore; Lila invece ha avuto una vita disordinata e faticosa e non si è mai allontanata da Napoli. Eppure la città fermenta in entrambe, come un nel convulso episodio del colloquio, in un appartamento di Posillipo, di Elena con Gigliola, una compagna di gioventù che sta per sposare il guappo Michele.
Ma Michele, lo sciupafemmine, venera Lila. Tutti sanno che lei è unica, è “l'amica geniale“ che tuttavia, nonostante la vivida intelligenza, accetta senza riserve una vita sfortunata nell'intima, profondissima convinzione che sarà la sua amica a realizzare anche per lei un destino magnifico. «Chi sono io se tu non sei brava?», singhiozza al telefono con Elena, e così amaramente si rivela: uguale è il destino di chi fugge e di chi resta.