Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Noir all'italiana: la sanguinosa ballata di Mila

Autore: Marco Pontoni
Testata: La voce di New York
Data: 30 marzo 2014

Scoperto da Massimo Carlotto, Matteo Strukul ha esordito nel 2011 per la E/O con un romanzo la cui protagonista è una dark killer tutta italiana. Una storia ambientata in Veneto con richiami all'attualità, e un linguaggio veloce e iperrealista. Il libro è stato pubblicato in una quindicina di paesi, tra cui gli USA. Il 1° aprile esce il nuovo titolo per Mondadori

Non so voi, ma io bazzico molto di rado il mondo pulp/noir, conosco Joe R. Lansdale solo per sentito dire, e in quanto a fumetti sono fermo ad Andrea Pazienza. Eppure, non posso non simpatizzare con Matteo Strukul,  autore italiano che ha preso di petto questo particolare filone della letteratura "di genere" (lasciamo stare qui l'insolubile quesito: ma ha senso la definizione? O la letteratura è una sola?) e ha vinto a man bassa. Con un libro in uscita in Inghilterra e negli USA - e in una quindicina di altri paesi di lingua inglese fra cui Australia, India e Sud Africa - Strukul, padovano, classe 1973, laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, collaboratore di vari quotidiani, look sulfureo-rockettaro, si sta imponendo come un punto di riferimento, non solo nazionale, nel campo della crime fiction o pulp fiction che dir si voglia.

Scoperto da Massimo Carlotto, altro veneto, autorità indiscussa del noir italiano a sfondo politico, Strukul ha esordito nel 2011 per la E/O con La ballata di Mila, ovvero The Ballad of Mila nella traduzione inglese curata da Marco Piva-Dittrich, con la benedizione di Allan Guthrie (per la precisione, con il suo romanzo la casa editrice E/O ha inaugurato una collana nuova di zecca, la  Sabot/age).
Protagonista è Mila Zago, che dopo il successo del libro è diventata anche il personaggio di un fumetto disegnato da Alessandro Vitti, vincitore del Premio Leone di Narnia 2012 come miglior fumetto seriale italiano. Mila, ovvero "uno schianto: statura media, dreadlock rossi, occhi verdi, inguainata dentro un paio di pantaloni di pelle e una giacca strettissima fatti apposta per esaltarle le curve. Bella da mozzare il fiato".
Attenzione: detta così, potrebbe sembrare che il terreno su cui si muove Strukul è quello della pura fiction, senza alcun aggancio con la realtà del Belpaese. In verità, Mila è certamente una dark killer che richiama altre eroine del mondo "globale" dei fumetti e finanche dei videogames (a me ha ricordato la Vedova Nera della Marvel, addestrata dai ninja e dal Kgb, ad altri sicuramente Lara Croft, mentre l'autore annovera fra le sue antesignane nientemeno che Jolanda, la figlia del Corsaro Nero), ma è al tempo stesso un personaggio tutto italiano: il padre ucciso in maniera crudele da una variante della mafia del Brenta, lei stessa stuprata dagli assassini, poi allevata nell'Altopiano dei Sette Comuni - di hemingwayana memoria - come una guerriera, nel primo romanzo che la vede protagonista si misura con la mafia cinese insediatasi nel ricco Nordest e i suoi rivali locali, guidati dal sanguinario Rossano Pagnan.

Distribuito a livello internazionale da due gruppi editoriali come Osprey e Random House, La ballata di Mila in Italia ha già avuto un seguito, Regina Nera - la giustizia di Mila, con l'eroina, spietata cacciatrice di taglie ma pur sempre dalla parte dei "buoni", impegnata stavolta a combattere una banda di bikers satanisti che hanno rapito la figlia della prima candidata premier d'Italia, Laura Giozzet. Di nuovo, il gioco di specchi è potenzialmente infinito, come nel miglior Tarantino, come in tutto il citazionismo postmoderno: da Ellroy ai nostrani Segretissimo, come suggerito da qualche recensore. Per quanto mi riguarda, ho  ceduto alla tentazione di ripensare ad un film di culto dei primi anni '80, 1997, fuga da New York, con un Kurt Russell ingaggiato per liberare il presidente USA, ostaggio di bande criminali in una Manhattan diventata un gigantesco carcere di massima sicurezza. Solo che i romanzi di Strukul dimostrano che una buona storia di azione, vendetta e morte - variamente dispensata con pistole, pugnali, spade e quant'altro le arti marziali hanno messo a disposizione del pubblico da Bruce Lee a Kill Bill - può ambientarsi anche in Veneto.
Il linguaggio è veloce, serrato, iperrealista, programmaticamente lontano dall'intimismo. Il materiale narrativo di base, su cui si innestano le vicende di Mila, finora è stato quello offerto dalle cronache: l'economia criminale, la violenza surreale che comics, cinema e romanzi, non meno della cronaca nera, raccontano da ormai oltre vent'anni (sono gli anni '90 quelli che hanno sdoganato definitivamente la violenza, ricordate l’impatto formidabile di Pulp fiction, il dibattito attorno a Natural Born Killers? Ricordate la scena-madre dell'esame del cadavere ne Il silenzio degli innocenti?). Ma con il suo nuovo lavoro - in Italia esce il 1° di aprile, questa volta per Mondadori - Strukul si inoltra nei meandri tenebrosi della Padova di fine '800, e di un Veneto all’epoca “Calabria del Nord”, da cui si emigrava. Titolo: La giostra dei fiori spezzati. La location: Portello, il quartiere malfamato della città, dove in una notte nevosa viene ritrovato il cadavere di una prostituta...