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Il mondo non mi deve nulla

Testata: Blog di omniavulnerant
Data: 17 maggio 2014

Carlotto si rifà il maquillage con questo racconto/romanzo di neanche cento pagine: “Il mondo non mi deve nulla”. Uscito lo scorso mese di Marzo costituisce infatti una correzione di rotta nei confronti della esperienza narrativa consumata lo scorso anno con Marco Videtta, dando alle stampe la tetralogia delle quattro donne violente. Violente per forza a dire il vero, Ksenia, Eva, Sara e Luz non mi avevano sedotto, mentre ora ci è riuscita Lise, la protagonista. Anche questa Lise è un personaggio Noire, cioè duro e cinicamente esiziale, ma lo è nel suo fascino, ne suo eloquio, nella sua tempra dominante senza bisogno di alcuna violenza fisica. E’ lei il personaggio vincente di questa storia. Mentre Adelmo, “il più spaventato” (come scrive la Massuelli) è molto più disperato che criminale.
Costui oscilla tra l’ironia e la sfiga di un malinconico perdente ed costituisce un profilo teatrale degno di un personaggio alla Mazzacurati. C’è poi un terzo personaggio, la Carlina, che ha poche apparizioni remote e apparentemente marginali, ma in realtà decisive per lo sviluppo e la conclusione della storia.
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La storia narrata ne “Il mondo non mi deve nulla” è la storia di un fine vita (come si dice oggi nell’intento di perifrasare l’eutanasia) commissionato da una donna pianificatrice esperta, per professione, in gioco d’azzardo. Costei vuole vincere la partita con la propria vita e per farlo vuole la rivincita. E’ stata infatti fregata da un giocatore scorretto, le banche, nonostante lei stessa fosse un’esperta di giochi truccati avendo lavorato come croupier fino al ritiro. Lise non sopporta l’imbroglio che ha subito dalla “regina della menzogna”, la banca appunto, che la costringe al rapido declino senza alcuna possibilità di salvarsi con la menzogna.
La colpa del tracollo finanziario che ha rovinato per sempre la prospettiva di vita a Lise viene data ai derivati. Investimenti finanziari sbagliati impediscono a Lise la vecchiaia che si era costruita con un tenore di vita lussuoso al punto giusto: Rimini è “il posto ideale per vivere ricca e sola rimanendo anonima”. pg.31


Per questo nella lettura di questo romanzo breve si potranno trovare momenti piacevoli e assassini spiacevoli.


Con questa lettura ci sta bene del pesce. Canestrelli, capelonghe e capesante alla griglia per chi sta dalla parte di Adelmo e aragosta per chi, come me, ne esce innamorato di Lise.
Quanto alla musica qui Carlotto cita la Rimini di Arbore che ha la tipica ironia del giocherellone sprovveduto che ci vuol provare. Io invece ascolterei la Rimini di De Andrè che ti fa pensare a cosa c’è oltre l’apparenza.

In ogni caso dell’ottimo vino bianco fermo e fresco, molto fresco.