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Il braccialetto - Lia Levi

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: Sololibri.net
Data: 23 settembre 2014

Commovente ed intensa come in tutti i suoi libri la scrittura di Lia Levi, che anche in questo ultimo romanzo, Il braccialetto (E/O, 2014), ci racconta sentimenti e paure di un adolescente, Corrado Mieli, appena quindicenne, colto nell’estate del 1943, a Roma, tra la caduta del Fascismo e il 16 ottobre, quando avvenne la razzia di oltre mille cittadini ebrei dal quartiere ebraico e in tutta la città.

Corrado vive con i genitori Elena e Vito e come tutte le famiglie degli ebrei romani ha subito l’umiliazione delle leggi razziali del ’38: ha dovuto lasciare la scuola pubblica per quella ebraica, sono stati privati anche della radio, che i suoi genitori vanno ad ascoltare dai vicini, una distinta coppia di anziani “gentili”. Tra Corrado e il padre però c’è una sorta di silenzioso livore: la mamma, bella donna, aveva avuto una contrastata storia d’amore con un “goy”, e poi si era risolta a sposare il marito. Corrado non è certo che quello sia il suo vero padre, e non fa che cercare affannosamente tra le carte e le vecchie foto conservate per scovare la persona che sua madre aveva amato; di quei tempi la donna ha conservato leggeri ed eleganti abiti, e un bel braccialetto d’oro, che tintinnava gioiosamente al suo polso.

Mentre Corrado, tra un bombardamento e una speranza che le leggi razziali siano ritirate dal nuovo governo, si aggira per la città dove sono stati abbattuti i simboli del regime fascista ma vive un clima di grande incertezza, incontra al cinema Reale, dove si proietta “La corona di ferro”, un coetaneo, Leandro, che gli si propone come amico e lo insegue incessantemente. Si tratta di un ragazzo di religione cattolica, affidato ad una “nonna”, che vive in un aristocratico palazzo a via del Governo Vecchio.

Leandro frequenta il Liceo Visconti, meta dei sogni di Corrado, e l’amicizia fra i due ragazzi si concreta nel progetto di studiare insieme latino e greco: Leandro deve sostenere gli esami di riparazione e Corrado accetta di ripetere con lui il programma. Studiano nella magnifica casa dove Corrado viene presentato all’anziana signora, che fa da nonna al ragazzo: è un’aristocratica sfuggita alla Rivoluzione bolscevica, Olga Petrovna, che ha sposato un aristocratico romano vicino alla curia vaticana. 
Ora, da vedova, la “contessa” continua il suo rapporto di vicinanza con monsignori e prelati, e mette in guardia il giovane ebreo da eccessivi ottimismi. In uno degli incontri con i due ragazzi la contessa quasi gli grida:

“Vattene, andate via tutti, nascondetevi da qualche parte finché siete in tempo!”

Alle richieste di Corrado se il papa interverrà per fare abolire le leggi razziali la donna risponde:

“In Vaticano c’è già chi dice ‘Andiamoci piano, qualcuna di quelle leggi è certo meritevole di conferma’. Neanche questo sai, vero?”

Questo è il nodo storico intorno a cui è costruito il romanzo di Lia Levi, che si conclude con una nota storica di Anna Foa, che riferisce di un carteggio in parte non ancora reso noto tra il gesuita padre Tacchi Venturi e il cardinale Maglione: quali erano le parti delle leggi antiebraiche da mantenere, secondo il Vaticano? Gli archivi di Pio XII conservano ancora dei segreti.

Il braccialetto d’oro della bella Elena ha una parte simbolica nel racconto che si conclude con la richiesta da parte dei tedeschi di Kappler di cinquanta chili d’oro in cambio della libertà per la comunità romana e la successiva razzia degli ebrei all’alba del 16 ottobre 1943.

Lia Levi con grande abilità narrativa riesce ad inserire le vicende private, le storie familiari, le angosce, i dissapori, i segreti intimi di una normale famiglia, all’interno del più grande dramma della storia del Novecento, mescolando con grande sensibilità fatti personali e storia collettiva, discriminazioni e amicizia, umiliazioni e riscatto. 
Un altro tassello utile a tenere viva la memoria degli orrori vissuti nella nostra città che troppo spesso si tende a rimuovere o a dimenticare.